Se vi capita di ascoltare conversazioni il cui argomento è una sorta di rito esoterico di preparazione di cibi e pietanze, pure il pane e il risotto e le torte e ogni ben di Dio in una manciata di secondi, giusto il tempo di apparecchiare o di scendere il cane e pisciarlo, vi siete imbattuti in un crocchio della diffusissima setta dei facoltosi utenti del Bimby. Si tratta di un efficientissimo – a quanto sento – robottino tuttofare, intelligente e pure un po’ presuntuoso, che ti sforna dall’antipasto all’ammazzacaffè in quattro e quattr’otto tanto che chi non ce l’ha stenta a crederci e guarda chi ce l’ha un po’ come oggi guardiamo chi sostiene la veridicità delle scie chimiche, i seguaci di Grillo, i testimoni di Geova o chiunque creda nel potere taumaturgo di qualcosa o qualcuno.
Così noi che al massimo abbiamo la pentola a pressione ci piace ascoltare questi sostenitori della Lamborghini per casalinghe e assistere sbigottiti ai loro miracoli culinari, visto che probabilmente l’ammortamento dell’investimento effettuato comprende questa diffusione post-vendita di aneddoti come una sorta di emanazione piramidale di benefici ricevuti. Già, perché il costo non è proprio accessibile a tutti, ma rientra in quell’elite di prodotti il cui discutibile rapporto prezzo/funzione non lascia scampo a posizioni intermedie tra gli entusiasti e i detrattori.
Non metto in discussione la qualità. Sostengo però che attività quali la preparazione di cibo o la pulizia della casa mi sembrano ambiti inappropriati per stanziamenti di budget extra e quindi, per citare il mio di caso, noi cerchiamo di starne alla larga, anche perché già una volta ci siamo cascati con l’acquisto del Gioel, il principale competitor del Folletto, per capirci, che consiste in un sistema di pulizia all’avanguardia nel senso che spendi anche per il futuro e ti ritrovi a girare per casa con questa specie di armadillo pulitore che ti segue mentre tu spruzzi vapore come un draghetto. Non chiedetemi chi si è lasciato convincere all’acquisto, dico solo che l’abbiamo pagato davvero un botto ma non ha mai funzionato a dovere, si è rotto quasi subito e dopo averlo riparato si è ancora guastato più volte, per non parlare della scomodità di trasporto e del peso.
Voglio dire, un acquisto sbagliato da cento euro te lo puoi anche permettere anche se a me, da buon ligure, girerebbero ampiamente le scatole. Buttare tanti soldi così è pessimo. Ma per il Bimby non saprei, è come convincere un materialista a contemplare una visione escatologica o convertire all’omeopatia uno che non è abbastanza snodato per fare yoga. Voglio dire, se non ci sei dentro non puoi capire, così mi dicono quelli che lo usano, come chi ha figli protegge le proprie conquiste emotive da chi non ce l’ha compatendo la ritrosia altrui alla riproduzione della specie.
Ma per farla breve, sull’onda di quel bambino che ha scritto alla Lego perché aveva perso un personaggio incluso in un set di costruzioni che aveva acquistato con tutti i suoi risparmi e la Lego ha risposto in quel modo che sta commuovendo il web intero inviandogli un set di gioco ancora più ricco, mi sento di dire che la Gioel stessa potrebbe mandarmi un aspirapolvere nuovo di pacca gratuitamente, con una lettera del tipo “Caro plus1gmt, noi della Gioel non lasciamo che i nostri clienti lascino la gestione dei loro risparmi in mano alle emozioni di chi subisce il pressing dei nostri venditori, tanto più se poi restano delusi. Eccoti un nuovo armadillo pulitore, e che l’igiene sia con te”. Dirò di più. Se la Vorwerk ha un efficiente sistema di monitoraggio della sua Brand Reputation e nei feed del loro social media manager finirà anche questo post, ecco, sappiate che sono disponibile a sottopormi una prova del Bimby a fondo perduto del prodotto e comprensiva di un bel volume di ricette autenticate.