Il fatto che due dei componenti dei Fine Young Cannibals fossero precedentemente in forza con i The Beat, che oltre a essere quelli di “Mirror in the bathroom” e più in generale una delle migliori band della 2Tone, erano anche quelli sulla canotta di Sting del video di “Don’t stand so close to me“, vi giuro che non c’entra nulla con il fatto che non ho ancora capito perché nessun gruppo di rocksteady o ska di oggi non abbia ancora pensato a una cover in levare di “Johnny come home”, che a metterci una chitarrina in levare sarebbe la morte sua.
alti e bassi di fedeltà sonora
un consiglio prezioso
StandardTutto vero, sono dieci pezzi dei Pretenders molto belli. Ma, che diamine, Precious?
un tot a metro quadro
StandardNon fatevi ingannare dalle apparenze. Se oggi vedete tastieristi di gruppi indie suonare chini su strumenti come il Microkorg, che ha l’ingombro e il peso di una tastiera da pc. O se vi è capitato di assistere a un concerto dei Kraftwerk di recente, in cui i quattro sound engineer tedeschi calcano le scene muniti di un iMac a testa e nient’altro, be’ sappiate che non è stato sempre così, proprio per nulla. David Thomas, il cantante dei Pere Ubu, una volta ha detto che il rock consiste per lo più nello spostare enormi scatoloni neri nel bagagliaio dell’auto da una parte all’altra della città, una massima che calza a pennello con il destino di chi suona cose come i synth o giù di lì. Perché le tastiere sono tra gli oggetti più ingombranti e pesanti del mondo, e a lungo andare uno ci lascia la schiena. Non ci credete? Chiedete a chi ha avuto a disposizione gioielli elettronici vintage come il Korg Polysix con i suoi bei componenti in legno, o cose più moderne come il Roland JD-800 che se gli metti una tovaglia sopra ci mangi in sei, per non parlare di certi Oberheim che oltre a costare un occhio della testa ti fanno pagare l’imposta di occupazione del suolo pubblico. E non è tanto solo il trasportare il tutto in macchina in sé, che già uno comunque alla fine sceglieva l’auto in prospettiva di quello che ne avrebbe dovuto fare, quindi modelli ad ampia cubatura con sedili posteriori facilmente reclinabili per ospitare tutti quei pezzi da museo. Una volta per recuperare un piano Fender Rhodes che avevo preso a noleggio per un concerto ho dovuto chiedere in prestito il Fiorino pick up del padre di un amico perché sulla mia Ritmo non ci stava, a meno di non far guidare lui, il piano Fender Rhodes intendo. C’era anche il fattore carico e scarico, che ripetuto più volte a settimana faceva risparmiare almeno la spesa della palestra, se non fosse che trasportare quei madonnoni in custodie a una maniglia ti sbilanciavano nella distribuzione dell sforzo e finivi come siamo finiti tutti noi tastieristi spilungoni e di corporatura media, con una bella spina dorsale di profilo fatta a c, grazie ad anni di studio del piano, e vista da dietro a forma di esse, grazie ai nostri strumenti.
E il loro possesso, oltre a essere particolarmente antieconomico, genera anche il problema di dove tenere il tutto, soprattutto se condividi, come spesso succede, la casa con una moglie e dei figli. Perché finché vivi da solo lasci tutto montato e cablato e collegato al computer riservando al tuo set una stanza intera, come è giusto che sia. Poi cambiano le priorità e quella deve diventare la stanza dei bambini, e a meno che tu non sia trilionario e possa traslocare in un quadrilocale sei costretto a scendere a compromessi, quindi smonti il tutto e sistemi le cose in cantina, ben protette nelle loro custodie anti-umidità. E poi subentrano altri fattori. Hai sempre meno tempo, hai mille cose da fare, e ogni volta che scendi a riporre le scarpe della stagione appena passata ti chiedi a cosa servano quegli enormi scatoloni neri – che in auto non ci starebbero più, con il porta bebè o il seggiolino dietro – e perché togliere spazio utile ad altre cose di pari grado di inutilità, che ce ne sarebbe tanto bisogno. Senza contare che poi gli strumenti elettronici vintage a tenerli a lungo spenti si smemorizzano e possono rovinarsi per sempre. E arriva il giorno in cui provi a sollevarne uno così, solo per uno di quei giochi patetici che si fanno per misurare il proprio tasso di giovinezza interiore, e ti accorgi che il tempo è finito. Tanto vale liberarsene. Al massimo fai appunto come quei musicisti indie che si comprano un Microkorg dal peso e dall’ingombro della tastiera di un pc, ma finisce che lo tieni nello sgabuzzino, sullo scaffale in alto, tra l’aerosol e la scorta di Scottex.
ma non l’avete visto ancora bene
StandardStasera pensavo che se avessi un gruppo mi piacerebbe fare una cover di questo pezzo. Anche se è di Ron.
fab three
StandardNon so per quale associazione di idee, ma la notizia che i Nirvana suoneranno per un concerto di beneficenza proprio questa sera (anzi forse hanno già suonato) con Paul McCartney alla voce mi ha fatto lo stesso effetto di vedere il cameo di Dick van Patten (stavo per scrivere Tom Bosley, pensate che danni ha fatto la tv a noi over quaranta) nel video della parodia di “Smells like teen spirit” di Weird Al Yankovic (di cui invece rivendico di aver notato per primo la sua somiglianza con Casaleggio), ovvero un tranquillo signore anziano in un’arena di grungi arrabbiatissimi.
Beyoncé sarà tua sorella
StandardConoscete Solange, la cognata di Jay-Z, vero?
grey’s anatomy 8×18: the soundtrack
StandardLe canzoni dell’episodio 18 dell’ottava serie di Grey’s Anatomy andato in onda martedì della settimana scorsa su La7.
Anna Ternheim – What Have I Done
Theme Park – Wax
Polica – Amongster
Winterpills – Are You Sleeping?
Snow Patrol – The Weight Of Love
grey’s anatomy 8×17: the soundtrack
StandardLe canzoni dell’episodio 17 dell’ottava serie di Grey’s Anatomy andato in onda martedì l’altro su La7.
Graffiti6 – Stone In My Heart
Little Dragon – Shuffle a Dream
The Naked And Famous – No Way
Graffiti6 – This Man
Zola Jesus – Lick The Palm Of The Burning Handshake
there’s a hole in my life
StandardNon trovate che il successo così vasto da apparire anomalo dei due pezzi qui sotto sia la prova che ovunque e anche a livello inconscio tra il pubblico, trasversalmente lungo differenti e opposte tipologie di ascoltatori, ci sia una latente e incommensurabile voglia di Police?
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alla m.i.a. attenzione
StandardSecondo Stereogum, M.I.A. avrebbe condiviso un brano di quello che doveva essere uno dei migliori dischi del 2012 e invece lo sarà ma del 2013 (e non c’è nessun problema, anzi), dicevo che lo ha condiviso con un suo follower su Twitter, che a sua volta non ha esitato a condividerlo con il resto del mondo. Noi ci crediamo, ed eccolo qui.