Il primo collegio docenti dell’anno scolastico ha lo stesso impatto di un concerto dei Sepultura. Non ho mai visto i Sepultura dal vivo – appartengo a un’altra parrocchia – ma credo che renda l’idea. Te ne stai seduto alla cattedra dell’aula magna, alla sinistra della Dirigente, in quanto collaboratore vicario, e esauriti tutti i punti all’odg ecco avvicinarsi un’orda di colleghi vecchi e nuovi a rompere la quarta parete delle assemblee di insegnanti pronti a farti domande e chiedere le informazioni più assurde dei generi più disparati. L’elasticità con cui cercare dati nell’archivio mnemonico, ogni anno, mi mette sempre più alla prova. Il punto è che l’entropia è il fattore specifico e caratterizzante della scuola italiana e chi si cura degli aspetti organizzativi e didattici state sicuri che non è mai pronto, in occasione dell’evento che sancisce l’avvio della nuova stagione, quello che nelle aziende fighe si chiama kick off. Puoi aver trascorso le più belle e più rilassanti e più lunghe e più solitarie vacanze del mondo ma stai tranquillo che è impossibile proteggersi dall’onda d’urto che consegue alle cosiddette varie ed eventuali. Che poi, arrivati a quel punto, uno pensa che il collegio sia finito. E invece.
Immaginate qualche decina di nuovi collaboratori catapultati in una realtà lavorativa simile a quelle in cui si è militato in precedenza ma con peculiarità uniche e, in quanto tali, paradossalmente opposte. Gente magari fresca di nomina come la collega partita dalla Sicilia in aereo la sera prima, non appena pubblicate le graduatorie, atterrata giusto in tempo per l’avvio dei lavori, quindi immediatamente dopo a bordo di un treno per rientrare a casa a più di mille km, fare armi, figli e bagagli, e tornare su ancora immediatamente dopo per non perdere il posto.
Fino a tutta una serie di richieste che, in qualunque altro tipo di organizzazione di qualunque altro settore e di qualunque altra dimensione, comporterebbero uffici e team e portali dedicati a temi che vanno dalle piattaforme digitali ai permessi per lutto, dalla distribuzione delle compresenze al codice della fotocopiatrice, dai dissapori con i colleghi all’acqua dei distributori automatici, o semplicemente solo la necessità di fare quattro chiacchiere. Come sono andate le vacanze. Le tappe ai distributori all’uscita dell’A1 per spendere di meno attraversando l’Italia, i figli che fanno alle superiori, la scoperta di un’allergia mai avvertita prima, e molto altro. Ma davvero molto e davvero altro.
E AD, se non siete del settore, non significa anno domini ma piuttosto animatore digitale, che è una carica che lo so che fa ridere, a chi non lavora nella scuola. Potete immaginarci come una sorta di Fiorello in grado di passare dal karaoke alla conduzione di Sanremo al mattatore di strada ma, tutto questo, nel settore dell’IT in ambito educational/scolastico con l’aggravante del rigore e della burocrazia tipici della PA italiana. Quest’anno la mia preside ha dedicato addirittura una slide, nella presentazione a supporto del collegio docenti, tutta dedicata a me. Ha spiegato le ragioni della mia riconferma e c’è stato pure un applauso. Sono diventato rosso, così mi sono voltato verso il proiettore cinese che abbiamo comprato con i soldi del PNRR, che prima di andare in stand-by si collega con una specie di Netflix altrettanto cinese e mostra, suddivise in riquadri di anteprima, tutte le novità ancora cinesi disponibili in streaming, film che nessuno, qui in Italia, vedrà mai.