Mi sono regalato due visite guidate quest’anno, in occasione dei ventiquattro anni di questo blog, compiuti a fine luglio, l’ennesimo compleanno dimenticato. Sono strasicuro che le guide autorizzate siano tra i soldi spesi meglio insieme ai dischi di certi gruppi che so io e un buon impianto stereo, quindi quando sono in versione turista e voglio visitare un sito a cui tengo non bado a spese. Intanto perché invidio molto gli esperti tout-court di qualcosa, dopo ventiquattro anni di cose spiegate a cazzo senza saperne nulla è il minimo. Poi perché lo trovo un mestiere avvincente, sin da quando chi mi ha accompagnato – quella volta gratuitamente – tra le mura del Castello di Chambord mi ha disegnato la pianta di ciò che stavo per vedere con la punta di un paio di Camper che gli ho invidiato moltissimo sulla terra del cortile. Anche lui, come me, un maschio ampiamente confuso sul genere di appartenenza, non tanto per i gusti sessuali tanto per le affinità con il resto della categoria.
E anche per visitare la Valle dei Templi il mio consiglio è di prenotare una guida in grado di condurvi dal Tempio di Giunone a quello di Castore e Polluce raccontandovi tutto per filo e per segno. La nostra è costata venti euro a persona ed è stata bravissima. L’unica critica che mi permetto è che i gruppi di sessanta visitatori circa, mescolati a migliaia di altri gruppi da sessanta visitatori circa, non sono facilmente gestibili e un microfono con un sistema di ricevitori e auricolari è il minimo sindacale. Vi consiglio anche di prenotare la visita delle diciassette e trenta, questo vi permettere di essere liberi poi di scorrazzare come preferite e di farvi il percorso al ritroso all’ora del tramonto e con il sito illuminato. Non fatevi tentare dalla visita solo notturna perché, se siete un minimo appassionati come me di storia antica, non ci capirete nulla.
La seconda visita guidata che ho acquistato è stata quella nell’ipogeo di un blog che seguo con elevato interesse sin dalla sua fondazione. Si chiama Alcuni aneddoti dal mio futuro. Anche in questo caso ho prenotato un esperto che mi ha accompagnato nel profondo della scrittura degli autori che pubblicano su questo spazio. Non ho capito se è uno solo o se si tratti di un collettivo o se è semplicemente uno multiforme.
Il fatto è che, per me, il mese di agosto costituisce il punto più basso del mio umore sinusoidale, per questo ho pensato che una sorta di perlustrazione letteraria intima e sotterranea potesse assestarsi in linea con quello che mi gira per la testa durante il periodo in cui siete in tantissimi a prendervi ferie da voi stessi e vi scordate di invitarmi.
Ero in spiaggia, ho letto un pezzo (che non riuscirei più a rintracciare), poi mi sono tuffato nell’acqua fredda e, forse per lo sbalzo di temperatura, mi è venuta una specie di attacco di panico. Ho chiesto alla guida di portarmi in superficie, entrambi indossavamo il caschetto con la lampada accesa e altri dispositivi di protezione individuale. La situazione mi ha ricordato un passaggio dell’Inferno di Dante che non sto a raccontarvi, intanto perché non saprei orientarmi su una roba che ho studiato trent’anni fa e poi non mi va di fare quello che se la tira perché ha fatto l’università. La mia guida mi ha suggerito di guardare verso l’alto, nello stesso istante, anzi un paio di secondi dopo, sono emerso da sotto, respiravo forte e non ho capito se piangessi o era solo l’acqua del mare.