in hoc signo vinces

Standard

Per ottenere quella che è la versione più tamarra di tutti i tempi di “Nel blu, dipinto di blu”, i Gipsy Kings hanno raddoppiato il tempo della prima parte del ritornello (dimezzando cioè in 4 battute le 8 di volare oh, oh, cantare oh, oh, oh, oh) mantenendo uguale all’originale la seconda (nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù). Una trovata efficace grazie alla quale è stato risolto un problema strutturale che avrebbe potuto mettere a rischio la resa della banalizzazione a flamenco di uno dei pezzi italiani più conosciuti di sempre (ne avevo già parlato qui). Nessuno però si è mai preso la briga di spiegare al resto del pianeta che Modugno è italiano, i Gipsy Kings dio ce ne scampi. Eppure, durante i tempi morti degli incontri di pallavolo che sempre più tendono a una deriva da villaggio turistico, la versione ultra-chitarristica di quei quattro scappati di casa va per la maggiore. A me verrebbe da scendere dagli spalti o rompere la quarta parete sportiva per spiegare al dj animatore commentatore o come diavolo si chiama, con tutta la pazienza propria di un insegnante di scuola primaria, che tra quei rom francesi di origine spagnola, ideatori di uno dei format musicali più deleteri della nostra civiltà, e noi c’è una bella differenza. Un impeto che mi ha fatto riflettere ancora una volta sulla portata campanilistica delle competizioni sportive che, alle olimpiadi, raggiunge il suo apice e fa perdere la bussola anche alle indoli più anti-competitive e internazionaliste come il sottoscritto.

Dovremmo riflettere anche sul fatto che atleti e tifosi abitualmente rimettono la riuscita delle prestazioni sportive loro o della squadra del cuore alle divinità di pertinenza, i primi attraverso la gestualità imposta dalla religione praticata, i secondi in modalità preghiera. Un rito intimo che si ingigantisce a collettivo e che comporta un vero e proprio collo di bottiglia di query simultanee tra client e sistema di gestione della base dati, per usare una metafora informatica. Ipotizzando una entità unica in grado di soddisfare le richieste (indipendentemente dall’interpretazione delle diverse confessioni), nel corso di una gara o di una partita è facile immaginare quante auto-raccomandazioni e quante suppliche debbano essere processate. I dubbi che ne derivano sono molteplici: funziona in base alla tempistica in cui sono state registrate dal server, quindi vince chi si fa il segno della croce o punta il dito verso il cielo per primo? Oppure il creatore o motore immobile che sia ha una rappresentativa nazionale del cuore e fa il tifo per uno stato in particolare? L’Italia per via del papa? L’Arabia per La Mecca? Senza contare che, nel caso ci fossero tante divinità apicali quante sono le religioni al mondo, non dovrebbero fronteggiarsi anche tra di loro affinché il supporto vada a buon fine, proprio come succedeva ai tempi dell’Olimpo? E, nel caso, come viene interpretata la bestemmia di chi sbaglia un colpo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.