Certe entità immateriali e metafisiche sono il top per chi si è stufato delle cose che si rompono o delle persone che eludono le aspettative. Bella scoperta, mi direte. Superstizioni, credenze e religioni sono lì proprio per questo e da un bel pezzo, da sempre customizzabili a costo zero, al massimo la stima di qualche simpatizzante dei competitor di ciò che abbiamo scelto per il nostro benessere. Ma, lo sapete meglio di me, si tratta di pratiche per le quali alcuni non si sentono all’altezza, o che altri ritengono totalmente inadeguate. Ci sono però efficaci vie di mezzo. Dispositivi consolatori intangibili ma dotati di quella concretezza percepibile da almeno uno dei nostri cinque sensi a partire dal fumo di una sigaretta, la cui fisicità è facilmente calcolabile sottraendo al peso della sigaretta intonsa e appena estratta dal pacchetto quello della cenere prodotta e dal mozzicone con il filtro una volta terminata, vi riporto qui la formula f = [s – (c + m)] per vostra comodità e per rintracciare meglio la storia da cui è tratta questa citazione. Ricordate solo che fumare, un vezzo che richiama pose altamente idealizzate e fin troppo spesso emulate, purtroppo fa malissimo ed è meglio piantarla subito.
Così nulla supera, in quanto a efficacia, il primato del beneficio della parola scritta e letta. Nel mondo ideale il monopolio sarebbe appannaggio della parola detta e ascoltata, ma noi esseri umani siamo troppo impulsivi, e gli svariati sottosistemi di autoprotezione attivi nella nostra coscienza mettono in quarantena – come un antivirus qualunque, uno di quelli gratuiti che rallentano i sistemi operativi e ci rovinano l’esperienza sull’Internet con call to action a cui nessuno dà seguito – la maggior parte degli stralci delle conversazioni a cui partecipiamo, nemmeno il prossimo fosse sempre lì a consigliarci qualcosa solo per un secondo o terzo fine.
Parole scritte e lette, dicevo. E poi non sottovalutate le potenzialità dei suoni. Le musiche si riproducono sempre uguali, niente è in grado di neutralizzarne il principio attivo, proprio come quella fiaba in cui si sostiene che nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. Al massimo il nostro stato d’animo, in ogni singolo istante che è quasi sempre diverso da ogni altro, ne hackera la composizione e ne colloca gli elementi fondativi così destrutturati in ricettori e decodificatori differenti rispetto a quelli previsti dalla formula originale, ma la sostanza non cambia. Anzi, no, la sostanza cambia eccome: è proprio l’effetto di questa specie di non materia che agisce per ricostruire e rimarginare ferite fisiche e non rimaste aperte, anche quando nessuno glielo chiede. A metà tra una reazione chimica e un evento miracoloso, la sicurezza della propagazione di onde sonore nell’aria, secondo una conformazione impossibile da modificare, può arrivare a salvarti persino la vita.