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Prima o poi vi farò l’elenco dei film bellissimi che ho visto nel corso della stagione cinematografica agli sgoccioli. Se, come me, fate gli insegnanti, saprete che non c’è periodo che non coincida con l’anno scolastico, di conseguenza tutto volge al termine tra maggio e giugno, e la stagione cinematografica che volge al termine è una di quelle che ci ricorderemo per anni. Ma sono certo che tutti voi avrete visto film come “Estranei”, “American Fiction”, “C’è ancora domani”, “Memory”, “Past Lives”, “La zona di interesse”, “La sala professori”, “Anatomia di una caduta”, “Perfect Days”, “Foglie al vento”, “Io capitano”, “Povere creature”, “La chimera”, “Another end” e “The Holdovers” e sono sicuro di dimenticarmene qualcuno. Ecco, prima o poi vi farò l’elenco dei film bellissimi che ho visto nel corso della stagione cinematografica che volge al termine.

Poi, alla fine, qualcosa è andato storto. Anzi, a essere precisi, tre cose. La prima. Ho visto “Challengers” di Guadagnino che proprio non mi è piaciuto. Cioè, non è che sia un film brutto, è che è un film inutile, soprattutto a valle dell’esperienza dei film che ho elencato sopra. L’ho trovato a tratti disturbante, mal recitato e realizzato un po’ così, stavo per scrivere all’italiana ma mi sono fermato prima per non dare vita all’ennesimo dibattito sull’orgoglio italiano che, di questi tempi, ha ampiamente rotto i maroni.

Poi, la sera stessa in cui ho perso tempo e buttato via i soldi per “Challengers”, nello stesso multisala era in programma la proiezione de “Il segreto di Liberato”, che avevo visto però già la sera prima (altro film superlativo), ma con la presenza di Francesco Lettieri in sala e, ovviamente, il tutto esaurito. Il punto è che non lo sapevo: ho acquistato i biglietti (per un altro cinema) praticamente in tempo reale non appena Liberato aveva pubblicato su FB l’uscita del film e i dettagli. Un eccesso di zelo che mi è costato caro, almeno in salute: non potete immaginare il fastidio che ho provato per aver scoperto che ci sono altre persone che hanno i miei stessi gusti musicali e, in aggiunta, che avevano riempito la sala per la presenza di Lettieri – quindi dimostrandosi più fan di Liberato rispetto al sottoscritto – mentre io no. Mi sono quasi sentito male per l’invidia. Poi, come per miracolo, mentre mi allontanavo affranto dal botteghino dove l’addetta alla vendita dei biglietti mi aveva negato qualunque possibilità di porre rimedio alla mia debacle, ho notato tra la coda di spettatori che accedeva alle scale mobili che portano alle sale del cinema proprio Francesco Lettieri. Sono riuscito a raggiungerlo prima che le imboccasse, gli ho chiesto se fosse proprio lui, anche se ne ero sicuro, e alla sua conferma gli ho stretto la mano, porgendogli i miei complimenti, come se servissero a qualcosa.

La terza cosa riguarda invece Andrew Scott, l’attore che ho apprezzato e molto nel film “Estranei” e che ho ritrovato nella serie tv “Ripley”. Pur ammirandone le doti attoriali, c’è qualcosa nei suoi lineamenti che mi disturbava ma non riuscivo a cogliere il motivo. Poi, alla fine, ho capito il perché.

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