Nella pagina Facebook dedicata ai selfie dei turisti americani immortalati con alcuni dei più celebri luoghi in cui sono state girate le scene più iconiche di tutti tempi del cinema sullo sfondo, postate con l’escamotage del prima e dopo (prima, la scena del film; dopo i turisti con quell’espressione inevitabilmente idiota che viene nel tentativo di mimare la scena in questione) qualche giorno fa ha fatto capolino la Devil’s Tower, quella specie di pandoro alto 1500 metri e ubicato nello stato del Wyoming divenuto celebre grazie a “Incontri ravvicinati del terzo tipo”.
Ci penso ogni volta in cui scorgo il nuovo Galeazzi di Rho, meglio noto come il “Sacro Monolite Bianco”, l’unico grattacielo al mondo che ha una base più lunga dell’altezza – in questo caso già fuori scala di per sé. Ci passo a fianco per recarmi a scuola e ci sono pure entrato per fare visita a un amico che si è appena sottoposto all’intervento all’anca. Osservandolo da sotto fa molto meno impressione, soprattutto stanziando nei parcheggi arbitrari lungo la strada, stipati di vetture malgrado la frequenza dei cartelli di divieto di sosta. Lui occupava una stanza al dodicesimo piano ed è un peccato che, tra fabbriche, raccordi autostradali e carcere di Baranzate, la vista da lassù lasci piuttosto a desiderare. Ma da qualche settimana la percezione del colosso della sanità privata non è nulla in confronto a quella del monte Alpissimo, che con i suoi 16mila metri non teme confronti. È impossibile non notarlo e il colpo d’occhio dietro allo skyline di Milano non è niente male.
Anch’io sono rimasto fortemente impressionato dalla sua comparsa improvvisa, questo è il motivo per cui non ho esitato a rispondere affermativamente alla chiamata indetta dall’associazione di settore che riunisce i copywriter d’epoca che presiedo per escogitare il nome più adatto alla nuova formazione tettonica. Resti tra noi, ma non ho ancora detto a nessuno che la proposta più suggestiva è risultata proprio la mia, peraltro votata all’unanimità, decisione per la quale non mi stancherò di ringraziare tutti i soci. Ma non è stato solo l’evidente e scontato gioco di parole che concentra la sua caratteristica principale e la sua ubicazione ad aver convinto tutti. C’è dell’altro, ma ora non me lo ricordo. Se non mi sono ancora esposto è perché avrei preferito introdurre un ulteriore fattore significante, qualcosa che richiamasse alla sorpresa con cui ce lo siamo trovati all’orizzonte la mattina in cui è comparso. Se avete in casa, come me, un animale domestico, avrete capito a cosa mi riferisco, visto che solo loro – a quanto sembra – hanno avvertito l’orogenesi. Stamattina viaggiavo in direzione Malpensa e, a seguito di un’improvvisa schiarita che ha interrotto per qualche minuto la perturbazione che persiste ininterrottamente ormai da diverse settimane, si è propagata una luce e un conseguente riflesso dalla parete della nuova montagna da togliere il fiato.
Peccato che dalle finestre di casa mia il monte Alpissimo non si veda, ma non è questa l’unica conseguenza negativa dell’altezza a cui è situato il mio appartamento al secondo piano e della sua esposizione. Non bazzico i circoli feng shui e i taoisti più radicali – per mancanza di tempo, mica per pregiudizio – nonostante ciò mia moglie ed io ci siamo convinti che l’ultimo rimescolamento della posizione dei mobili in camera dal letto – lo ha ancora una volta pensato lei – non sia di sicuro il più riuscito. Mia moglie ama dedicarsi a questo genere di trasformazioni degli ambienti di casa, e se non ha ancora modificato la disposizione dei sanitari nel bagno è a causa del posizionamento delle tubature. In camera da letto però ci troviamo senza vie d’uscita a causa di un enorme armadio, che scherzando abbiamo ribattezzato proprio Alpissimo, oramai impossibile da muovere se non smontandolo. E, fedeli al motto della montagna e Maometto, ci siamo messi così a dormire al contrario, con i cuscini al posto dei piedi e i piedi rivolti verso la testata. Avete capito: questo nuovo orientamento sembra funzionare. Non solo ci svegliamo riposatissimi ma faccio anche sogni dai significati più sfidanti, al punto che mi metto subito al risveglio sui siti di intelligenza artificiale per trovare le immagini più adeguate a descriverli.