Tornerei indietro nel tempo solo per convincere i Litfiba a pubblicare nel live “Aprite i vostri occhi” l’intera scaletta del concerto al Tenax di Firenze registrato per l’occasione il 12/5/87 e non invece, come è avvenuto nell’amara realtà, solo i dieci miseri brani presenti, undici se consideriamo separatamente il medley che raccoglie “Vendette” e “Luna”. La tracklist dell’esibizione è ovviamente stata più corposa, come nel resto delle tappe di quel tour (ho ancora il biglietto del concerto del 17 febbraio a Genova a cui ho assistito). Mi sono chiesto diverse volte perché sia andata così. Probabilmente un doppio live sarebbe stato troppo dispendioso, o poco adatto al mercato, o forse al momento della lavorazione non tutte le tracce sono state ritenute di qualità sufficiente a una loro pubblicazione su un disco ufficiale che non suonasse come un bootleg. Dico questo perché l’assenza di “Eroi nel vento” da “Aprite i vostri occhi” è una ferita aperta che ancora grida vendetta. Avrete capito che “Eroi nel vento”, come per miliardi di altri estimatori della band di Pelù, è un brano che amo a dismisura. È una canzone che mi piace così tanto da rendermi faticoso l’ascolto della versione ufficiale in studio presente su “Desaparecido” (che poi dei Litfiba è il mio ellepì preferito, io sono della corrente che già con “17 re” ha iniziato a dissociarsi) perché la presenza della drum machine al posto della batteria mi infastidisce. Qualsiasi esecuzione live infatti può confermarvi il tiro superiore che la ritmica di Luca De Benedittis conferisce a “Eroi nel vento”, ma va detto che l’algida e diafana estetica wave di quegli anni prediligeva giustamente atmosfere più rarefatte e poco rock che solo l’apporto dell’elettronica poteva assicurare. Non credo infatti che la batteria programmata e utilizzata in studio sia stata scelta a compensazione di limiti tecnici degli strumentisti, anche se leggendo in giro sembra trattarsi di una teoria diffusa. C’è chi sostiene che non è vero e che nei brani di “Desaparecido” la batteria abbia suoni sintetici ma sia suonata da un essere umano. Da fonti dirette so che persino in “17 re” è stata utilizzata una macchina programmata (a parte per la traccia “Ferito”) ma non ve lo posso provare quindi la mia opinione vale quanto la vostra. Comunque fatevi un regalo. Cercate su Youtube un’esecuzione dal vivo di “Eroi nel vento” del periodo a cui mi riferisco e ditemi che ve ne pare. C’è questa
Ora, come avrete letto in giro, sembra che i Litfiba abbiano definitivamente gettato la spugna, ma il mondo è pieno di artisti che dichiarano di ritirarsi dalle scene e poi ci ripensano, e come biasimarli. Io da sempre sogno un ritorno sulla cresta dell’onda che unisca il suono dei Litfiba degli esordi con il mio desiderio più grande. Una ri-edizione dei primi due album tale e quale ma con le tracce di batteria registrate da musicisti in carne e ossa. Lo scrivo qui, tanto sognare non costa nulla.