Provo un po’ di invidia per la mia collega Tiziana perché nell’intervallo lungo, ora che ci sono le belle giornate, si siede sul prato del giardino e una buona parte della sua classe – sia maschi che femmine – forma un cerchio insieme a lei come quella scena di “Tutti insieme appassionatamente” oggetto di meme in cui Julie Andrews canta con la chitarra in mano durante il pic-nic. A differenza mia, lei deve profondere molto appeal sui bambini se scelgono la sua compagnia anche oltre le ore di lezione. Racconta cose, conduce piccoli giochi, li intrattiene. I miei alunni, al contrario, si fanno bellamente i cazzi loro. Così, quando scendo in giardino, mi metto in maglietta, tengo giù la mascherina tanto non c’è nessuno vicino e mi prendo il sole in faccia, seduto sulle gradinate del campetto da basket. Prima restava spesso Erik con me ma ora che fa più caldo preferisce l’ombra e ogni dieci minuti viene a chiedermi quanto manca a tornare in classe, proprio come fanno i bambini nei viaggi in treno.
In quei minuti di rara solitudine scolastica, la cosa che mi viene più spesso da pensare è come trascorresse mia figlia tutto quel tempo, quando frequentava la primaria. Se giocava con il gruppone, come fanno i miei dietro a una noce usata come palla da calcio, oppure se era come Jolanda e Jasmin che perlustrano il giardino in cerca di tesori. O come Erik, appunto, che non vuole stare con nessuno.
Sono episodi in cui mi torna in mente una cosa che ho letto non ricordo detta da chi, e che dice che bisognerebbe tornare a fare gli educatori anziché i fan dei propri figli. Così, mentre controllo che dei miei alunni nessuno si faccia male, provo a calcolare a mente la percentuale di tempo che, tenendo conto che che mia figlia ora ha diciott’anni, non ha trascorso con me. Il naturale prosieguo di questa riflessione è che, probabilmente già a partire da ora, con me ci starà sempre meno. Il bello di insegnare alla primaria è che un po’ cristallizza queste sensazioni, non so se riesco a spiegarmi. E non so nemmeno se sia davvero bello.