Anna mi ha chiesto perché prepariamo un’attività per carnevale mentre, per San Valentino, la scuola non preveda nulla. Se pensa che avere un maestro uomo comporti rinunciare a tutte quelle romanticherie a tema si sbaglia di grosso. Avevo in serbo un cuore costruito con la tecnica dell’origami e un altro che si componeva di poligoni da abbinare secondo il risultato ottenuto da facili operazioni scritte sui lati ma poi ha prevalso la coerenza forzata perché non ho fatto in tempo a preparare il materiale e poi manca il toner della stampante da prima di Natale. Poco male. Ho celebrato il santo patrono degli innamorati non più di un paio di volte in vita mia ma non per questo mi sento una persona cinica. Avrò avuto non più di vent’anni e stavo con una persona molto esigente, sotto questo profilo. Il che era un problema perché non avevo il becco di un quattrino – come tutti gli studenti universitari che frequentavo – e mi toccava scucire una mancetta rinforzata ai miei che però non era mai abbastanza quando si trattava di sorprenderla con qualche regalo. Di riffa o di raffa però me la sono sempre cavata e, se ci siamo lasciati, non è certo perché non avevo onorato una di queste trovate imposte dal mercato, piuttosto c’entravano un batterista fan di Sting – oltreché delle fidanzate degli altri – e le forze armate che proprio non potevano fare a meno di me, a differenza sua. Che poi, se fosse per me, io regalerei soltanto libri e dischi ma mia moglie gestisce una biblioteca e gran parte di casa mia è occupata da una voluminosa collezione di 33 giri. Così ci facciamo trovare pronti con i pensieri che bastano a ironizzare sulle ricorrenze e, quando notiamo qualcosa che ci piace, mettiamo mano alla carta di credito che attinge dal conto corrente in comune. Così, se qualcuno dei due trova uno scontrino, non c’è il rischio di alimentare sospetti reciproci.