Facendo due calcoli, se la carriera di un insegnante di scuola primaria è lunga in media quarant’anni, si porteranno a compimento circa otto cicli di alunni. Io costituisco un caso a sé perché ho cominciato a un’età in cui normalmente si tirano i remi in barca, si intravede l’approdo, si pensa a cosa fare della liquidazione e cose così. Nonostante questo mi trovo alla perfetta metà del primo e, confidando di non dover fronteggiare tempeste in dirittura d’arrivo, potrei limitarmi a un massimo di tre barra quattro. Converrete con me che non c’è niente di più odioso per gli esseri umani di pensare alla vita come a una torta da dividere in fette, ciascuna corrispondente a una parte del tempo complessivo che si ripresenta a ogni giro. Nel mio settore possiamo considerare tre terzi. Il primo lo si affronta con l’approccio di chi intende lasciare il segno e ribaltare la pedagogia tradizionale, il secondo si fanno compromessi con l’establishment e il personale di segreteria, il terzo ci si compra un camper e si gira l’Europa dal primo di luglio a trentuno di agosto e il resto dell’anno lo si passa ad organizzare quelle vacanze. Ci pensavo poc’anzi preparando un giochino utile alla comprensione delle frazioni, senza dubbio l’argomento più divertente della matematica alla primaria, ma mi è bastato scriverlo qui e tentare un collegamento a qualcosa di più introspettivo da mandarmi in confusione. Si parla di tavolette di cioccolato, pizze da mangiare in compagnia e vari interi da dividere per poi introdurre finalmente l’euro e educare i propri studenti al sano principio del potere d’acquisto. Il fatto è che funziona proprio così: la vita è un intero da dividere in parti a seconda del denominatore. L’intero resta costante e il numero sotto varia a seconda se ci riferiamo a secondi, minuti, ore, parti della giornata, settimane, mesi, stagioni, anni, bienni, trienni, quadrienni, lustri, settennati come il presidente della repubblica, decenni, ventenni, posti di lavoro presi e abbandonati, nuclei famigliari, case in affitto e acquistate, città, periodi contraddistinti da un genere musicale preferito, cose che si fanno in genere, sport praticati, per non dire di peggio. Si dice spesso “un vita fa”, corretto? Ma per fare della filosofia da tanto al mucchio, la vita è una, i cicli variano a seconda della sua lunghezza, le frazioni sono un concetto delicato, la ricorsività è pericolosa perché brucia le tappe intermedie. Conta solo un inizio e una fine, una partenza e un arrivo, un ultimo giorno di scuola e un primo dopo le vacanze, quando sappiamo tutti che non è affatto così.