Il 4 febbraio è la giornata dei calzini spaiati. Indossiamo calzini di due paia diverse perché, indipendentemente da quali abbiniamo, la loro funzione non cambia. I calzini sono la metafora di noi che li mettiamo perché foggia, fantasia e lunghezza non ne alterano la natura e restano comunque calzini. Con i calzini spaiati vogliamo non fare caso alla diversità in quanto eccezione. A parte che non si capisce bene diverso rispetto a cosa. Ma poi, anche se fosse, che problema c’è? Cercavo qualche spunto per approfondire in classe il tema. Una collega ha fatto lo stesso e ha scelto di partire da questo disegno:
Se cercate su Google immagini ne trovate svariati e con soggetti diversi. L’intento è rappresentare graficamente i quattro concetti di esclusione, segregazione, integrazione e inclusione. Secondo me però gli ultimi due non sono corretti. Per integrazione si intende infatti “l’incorporazione di una certa entità etnica in una società, con l’esclusione di qualsiasi discriminazione razziale; estens., l’inserimento dell’individuo all’interno di una collettività, attraverso il processo di socializzazione”. Il fatto che l’insieme interno dei due sia delimitato da una barriera non ne fa, appunto, una componente integrata, in grado cioè di prendere parte ai processi che si operano nel contesto. Piuttosto è con l’inclusione che un insieme va a far parte dell’altro ma rimanendo un insieme a sé. È con l’integrazione che, invece, gli elementi si mescolano, e io addirittura avrei pasticciato anche con i colori dei singoli calzini per sottolineare che, grazie all’integrazione, gli elementi inclusi hanno poi contribuito a caratterizzare l’insieme grazie al loro apporto. Le didascalie a corredo dei disegni dei due quadranti inferiori vanno quindi invertite.