Dopo la moda del vinile stanno tornando in auge le cassette e la cosa non può che farmi tirare un sospiro di sollievo. Colleziono dischi dalla seconda media (era il 1979 o giù di lì) e non ho mai assistito a un hype così clamoroso come quello degli ultimi mesi, in cui non si trova un vinile appena pubblicato a meno di ventiquattro euro su Amazon, per non parlare dei negozi di dischi e del vinile usato e vintage, con prime stampe a prezzi da capogiro. Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una copia di “Fantastic Planet” dei Failure a 1600 euro, per dire. Il vinile (e i giradischi) sono la moda del momento e solo una sana bolla di musicassette, mangianastri e walkman può distrarre la massa e far tornare la gente con i piedi per terra e i collezionisti come me con il sorriso di un tempo.
Nella mia vita ho acquistato non più di un paio di musicassette originali e me ne sono subito pentito. Si consumano molto più velocemente di tutti gli altri supporti e i dispositivi di riproduzione necessitano di manutenzione continua. Le cassette le usavo come voi, solo per fare le compilation. Molti artisti, soprattutto alternativi, stanno tornando a commercializzare nastri, per questo oggi è considerato molto cool. Se quindi non resistete e volete darvi a questa nuova ossessione, vi consiglio di acquistarle e non scartarle nemmeno dal cellophane. Tenetele lì in bella mostra e continuate a usare Spotify o gli mp3 come sempre, così non si rovineranno e non perderanno il loro valore.
Guarda, i vinili lo capisco anche, almeno si sentono bene. Ma le cassette… perché?