L’ho fatto due volte e in entrambi i casi si è rivelato un successo. La prima risale a più di vent’anni fa, ne sono sicuro perché non conoscevo Paul Auster. Mi sono imbattuto per caso alla radio in un’intervista a Bono Vox. Lo speaker gli ha chiesto che libro stesse leggendo in quel momento, e il cantante degli U2 ha risposto “Trilogia di New York” di Paul Auster. Non sono mai stato un fan sfegatato della band irlandese e non avevo mai sentito nominare lo scrittore che poi è diventato uno dei miei preferiti e ora condivide il mio pantheon di autori americani con Richard Ford, Don DeLillo, Jonathan Franzen, A. M. Homes, Richard Powers e Percival Everett (e anche Douglas Coupland anche se è canadese). Comunque ai tempi non sapevo chi fosse ma, da come ne aveva parlato Bono Vox, mi aveva ispirato tantissimo e così mi sono subito precipitato a ordinare una copia in biblioteca del libro presentato alla radio. Potete immaginare come è finita.
La seconda volta è capitato qualche settimana con Peppe Servillo. Facendo zapping in coda in tangenziale ho ascoltato una sua intervista a un programma culturale non su su che radio ma, a pensarci bene, non è che gli facessero domande di teatro o del suo ultimo film perché il tema della conversazione era la scarola. La scarola è l’argomento del momento perché è una verdura di stagione, anzi siamo quasi agli sgoccioli della stagione della scarola. Peppe Servillo raccontava al presentatore della trasmissione radiofonica la sua ricetta della torta napoletana alla scarola. Fai la pasta sfoglia – o, come me, la compri già pronta al supermercato, anzi ne compri due così la torta la fai chiusa con due paste sfoglie, una sotto e una sopra -, fai passare in padella la scarola con un po’ d’olio e con acciughe, uvetta e olive snocciolate, poi trasferisci il tutto nella teglia in cui hai posizionato la prima delle due paste sfoglie, copri la pasta sfoglia con la scarola condita (magari evitando il sughetto per non bagnare la pasta sfoglia) quindi copri il tutto con la seconda pasta sfoglia.
Metti la torta nel forno preriscaldato a 200 gradi – magari ventilato – per una ventina di minuti (controllate il tempo di cottura della pasta sfoglia sulla confezione) e la torta è pronta. In rete i puristi consigliano di attendere che freddi un po’. Io invece quando la preparo sento il profumo delle acciughe che è uno dei pochi odori che mi fa salivare e così la mangio all’istante. La torta alla scarola mi viene benissimo e ve la consiglio, il successo è assicurato.