Il laboratorio digitale organizzato per il piano scuola estate è frequentato da tre gruppi di bambini della primaria e due di alunne e alunni della secondaria. Ho strutturato oil programma per gli studenti più grandi in modo più articolato pensando che, tra DAD e abilità con i dispositivi personali, sapessero già fare molto e riuscissero a imparare con maggior facilità. Ho previsto così una serie di approfondimenti sui più diffusi tool per la presentazione dei contenuti, a partire da quelli che la piattaforma di DDI che utilizziamo a scuola mette a disposizione, a cui ho aggiunto un po’ di pratica con Canva che, ad oggi, non teme confronti per il confezionamento di contenuti in modelli pronti all’uso. Il percorso si chiuderà con WordPress e l’introduzione alla creazione di siti con il più completo sistema di CMS. Si tratta di un programma pensato a supporto della didattica. Considerare grafica e impaginazione come parte integrante delle attività che si fanno a scuola è un approccio decisivo per formare i giovani sul ruolo dell’informatica oggi, imprescindibile in qualunque settore – a partire dallo studio – e non più appannaggio degli informatici. Certo, una predisposizione a smanettare aiuta, e sotto questo profilo i ragazzini che hanno partecipato mi hanno sorpreso per approccio. Peccato solo per Lorenzo, che ha dato forfait perché l’ho ripreso per cercare immagini inappropriate sui pc della scuola durante le mie lezioni. Gli ho fatto notare che a casa può anche stare tutto il tempo su Pornhub, ma qui a fare certe bravate si fa la figura dello sfigato. Non ho usato proprio queste parole, ma il senso c’era. A parte il suo caso, il resto si mette a lavorare a testa bassa sui portatili del laboratorio e non li senti più. Ho dato loro in pasto un documento interno della scuola da risistemare graficamente, e da quel momento non è più volata una mosca. Una situazione anomala per un contesto didattico. Trascorso qualche minuto mi sono persino preoccupato. Abituato al disturbo continuo di sedie che si spostano, astucci che cadono, interventi fuori luogo, richieste di andare in bagno, gente che si alza per temperare la matita e molto altro delle classi della primaria, ho osservato i partecipanti al laboratorio chini sulla tastiera ed è stato inevitabile il richiamo all’atmosfera che si respira in un ufficio. Il bello della scuola è proprio il fattore umano, che è fatto soprattutto di parole, odori (spesso poco gradevoli) e movimenti. In quel clima asettico ho ritrovato invece un gruppo di persone orientate a raggiungere un obiettivo, prendendo controllo il più possibile dello strumento a disposizione e perdendo il contatto con l’ambiente circostante. Ho chiesto loro, così, se preferissero lavorare con un po’ di musica di sottofondo ma sono stato sommerso da occhiate di scetticismo, forse pensavano che avrei messo canzoni da boomer.