La maggior parte della gente è all’oscuro del fatto che con le tabelle di Word si possa fare qualsiasi cosa. Grazie a una tabella estesa quanto la dimensione del documento, vi faccio un esempio, è possibile mettere a punto impaginazioni anche piuttosto elaborate e più è fitta la griglia e più il lavoro viene preciso. Potete dimenticarvi le caselle di testo e tutti gli escamotage che ci fanno impazzire ogni volta che occorre inserire le immagini o le scritte in un determinato punto del foglio. Una volta che avete ultimato il vostro elaborato è sufficiente rendere invisibili i bordi delle celle e il gioco è fatto. Certo, se siete abituati ad arrendervi alle difficoltà come capita anche a me lasciate perdere e fate come avete sempre fatto. Se siete disfattisti, però, vi invito a considerare se tra il 43 e il 45 avesse prevalso la sfiducia e nessuno si fosse preso la briga di organizzare una reazione all’occupazione nazifascista. Per questo, in questi giorni a cavallo del 25 aprile, ho riflettuto sul fatto che ci starebbe molto bene, nel palinsesto delle tv on demand, una serie dedicata ai Partigiani. Una serie di quelle che piacciono a me, però, senza tanti dubbi o revisionismi come i programmi che davano a Tele Capodistria, che, come dice Max Collini, era “un vulcano di emozioni. Film partigiani dove i tedeschi erano cattivi e i partigiani buonissimi e intelligentissimi. Un paradiso socialista”. Non intendo quindi la solita visione distopica, anche se non mi dispiacerebbe un riadattamento di “The man in the high castle” ambientato nell’Italia sotto il patto di Varsavia. Ma, nel caso, mi accontenterei di una trama più banale. Alla fine della guerra civile tutti i sostenitori e militanti della RSI vengono processati per le loro responsabilità, a nessuno viene in mente di promulgare un’amnistia per chicchessia, non ci sono servizi segreti o americani che aiutano i colpevoli a trasferirsi in Sud America e cose di questo tipo. Nel dubbio, però, preferirei una vicenda vera, magari tratta da un libro di Fenoglio o anche “Senza tregua” di Giovanni Pesce ambientato tra i GAP milanesi, con attori non italiani o, comunque, doppiati. Ne ho parlato con mia figlia e alcune delle idee più interessanti sono venute da lei. Mentre condivideva il suo punto di vista, eravamo a tavola tutti e tre, ho commentato la conversazione sottolineando a mia moglie l’effetto strano che fa trovarsi di colpo un’adulta in casa. Mia moglie si è commossa e, vedendola in lacrime, ho capito bene quello che avevo appena detto.
A proposito di RAI e partigiani:
https://it.wikipedia.org/wiki/Quaranta_giorni_di_libert%C3%A0
e soprattutto
Grazie 🙂