pietre immobili

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Per certi aspetti non c’è nulla di più democratico di una pandemia mondiale. Non siamo solo noi poveracci le vittime di questo stallo termonucleare globale. Non c’è solo il nostro dirimpettaio che alle sei di ogni santo pomeriggio si piazza fuori sul balcone a suonare musica di merda a beneficio di tutto il vicinato. Non c’è solo il tizio della villetta a schiera più avanti che, piuttosto che mettere il naso fuori di casa, fa finta di correre o di portare fuori il cane. Non ci sono solo i ristoratori che chiamano gli amici di casapound per fare un po’ di casino in piazza. Poveri e ricchi, emeriti sconosciuti e influencer di tendenza, intellettuali e deprivati, siamo tutti costretti a starcene con le mani in mano fino a quando anche l’ultimo dei più recidivi negazionisti di staminchia non sarà vaccinato e finalmente, debellato l’odiato virus, potremmo tornare a non fare scontrini fiscali, ad ascoltare la trap al parchetto e fumare le nostre sigarette elettroniche fuori dai ristoranti. Sarà una magra consolazione ma anche gente del calibro di Mick Jagger non ci sta più dentro. Pensate: con tutti i fantastiliardi che ha è costretto ad ammazzarsi di social network, pane fatto in casa e serie tv proprio come noi. A differenza nostra, ogni tanto gli viene un’idea, chiama qualche amichetto dall’altra parte del mondo e tira fuori qualcosa a tema. Quindi tranquilli, anche le rockstar si annoiano a stare fermi.

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