Per quel che mi riguarda, io i conti con “Grease” li ho chiusi quando l’ho visto la prima volta con gli occhi disillusi della maturità terza età, e ne ho scritto qui. I media riportano gli attacchi che il film ha avuto, accusato di essere troppo “bianco”, sessista e misogino. Cosa pretendere da una pellicola girata negli anni 70 derivante da un musical di fine anni 60 dedicato alla vita negli anni 50? Non è facile parlare di epoche politically incorrect con toni politically correct. Si tratta di un tema antico come l’uomo ed è impossibile formulare un’opinione senza ricevere qualche critica. Nel dubbio, prometto di non guardare più “Grease” finché il dibattito non avrà chiarito da che parte stare – posto che Rizzo > Sandy – anche perché ci scommetto che le piattaforme televisive a pagamento, per non incorrere in class action e perdere abbonamenti, se ne sbarazzeranno al più presto. Lasciatemi solo ricordare la colonna sonora sbarazzina di quegli anni sbarazzini. Il rock’n’roll era ancora acerbo ma il destino della musica più ribelle della storia sembrava quello di rimanere, per sempre.