Certe cose non sono cambiate. Il signor Giovanni, qualche giorno prima dell’Immacolata, prepara un sontuoso albero nel portone, ricco di addobbi e lucine. Da qualche anno l’ultimo arrivato, quello del quarto piano, forse per marcare il territorio, forse per candidarsi a ricoprire quella carica in futuro – lunga vita al signor Giovanni – dopo qualche giorno aggiunge un eccentrico presepe (ci sono ampie probabilità che sia artigianale oppure un’antica dotazione di famiglia) con l’aggiunta di numerose palline appiccicate con il nastro adesivo al vetro delle porte. Qualcuno si lamenta che le scotch poi è difficile da pulire ma forse mi confondo con le collaboratrici scolastiche che, lo scorso natale, da me hanno fatto il diavolo a quattro per qualche innocuo disegno sulle finestre delle classi. La scala, un giorno sì e l’altro pure, si impregna dei profumi tipici della cucina invernale lombarda: verza, maiale in padella, verza e anche maiale in padella. Ho traslocato qui proprio a Sant’Ambrogio di diciassette anni fa, mia moglie era quasi all’ottavo mese ma l’odore di cassoeula non le ha causato nessun fastidio. Era il 2003 e c’era un’informata di bambini piccoli, tra i meno due mesi come mia figlia ai quattro o cinque anni. Adolescenti solo un paio. Oggi l’inquilino più giovane fa la prima media e il piccolo spiazzo dedicato ai giochi per i bimbi è quasi completamente smantellato. La vita ha portato a compimento un intero ciclo e forse è questo il motivo per cui il palazzo dove vivo è stato depennato dall’agenda dei supereroi che distribuiscono doni arrampicandosi sui balconi o calandosi giù dal camino. Sono persino in calo le grida isteriche degli adolescenti inquieti, oramai oltre la soglia della maggiore età. Quelli che salivano e scendevano sul passeggino in ascensore con i genitori oggi sono alti due metri e ti chiedono se hai bisogno di aiuto con le borse della spesa. La demografia è cambiata, il colore del cancello anche, c’è persino un video-citofono ed è triplicato il numero di cani, secondo la tendenza nazionale. Ci incontriamo a gettare la spazzatura con addosso la mascherina e a volte non ci riconosciamo. Qualcuno ha cambiato auto, una famiglia si è disgregata, sono nate alleanze tra vicini di casa impensabili allora, io sono ancora qui a scrivere che c’è un altro natale alle porte del condominio.