Perso nel supermercato come i Clash ho faticato a riconoscere Davide nascosto dietro una mascherina quasi più grande del suo volto. Per capire di chi si trattasse ho avuto l’impulso di abbassare la mia, un gesto che compio sempre anche quando non sento, come se liberare il viso servisse a riaccendere le capacità percettive di apparati che non sono nemmeno collegati con le orecchie. Così mi sono sforzato per l’ennesima volta ad abbinare lo sguardo a una voce filtrata da un dispositivo di protezione. Davide ha poco più della metà dei miei anni ma ha già due figli all’università, non che questo faccia di lui un campione di qualcosa, ma trasmette un senso di compiutezza a chi è cresciuto secondo una roadmap campata per aria come la mia. Comunque potete stare certi che in Italia è lui quello sbagliato, mica io. Per avere la conferma è sufficiente seguire qualche puntata dei programmi di Home&Garden TV, dove coppie che da noi sono costrette a infrattarsi sulla Fiat cinquecento di mamma per avere un po’ di intimità, nel New England, a nemmeno quarant’anni, si liberano del villone in cui hanno cresciuto i figli – oramai al college all’altro capo degli USA – per cambiare vita investendo in una minicasa in cui sbatteranno la capoccia ogni volta che si sveglieranno di soprassalto nel cuore della notte per l’ululato di un animale selvaggio nei dintorni del loro nuovo loculo a ruote. Noi al contrario siamo così ordinari che per sentirci a stelle e strisce leggiamo la ricetta della cheesecake su Giallo Zafferano e, per dare una svolta a un weekend di lockdown, ci prepariamo la lista delle cose da comprare per seguire l’algoritmo culinario per filo e per segno. Panna liquida da montare, barra di cioccolato fondente da – appunto – fondere nel microonde, zucchero a velo, gelatina in fogli da mettere in ammollo, due confezioni di Philadelfia e una scatola di Digestive, per un totale in soldoni che si avvicina al costo di una torta confezionata sicuramente più buona di quella che prepareremo. Ma vuoi mettere la soddisfazione? Io non la metto perché, anziché stare dietro alla frusta elettrica, preferirei dedicarmi ad attività più in linea con la mia natura intellettuale, per esempio scrivere o leggere libri di scrittori americani che sanno preparare torte sicuramente più buone e caloriche delle mie. Però osservo i clienti del supermercato al cospetto degli scaffali dedicati ai prodotti per i dolci. Sono l’unico uomo e mi distinguo perché sono quello meno sexy, non è ancora uscita la seconda puntata del tutorial che va per la maggiore sui social in questi giorni – Maradona a parte -, quello dedicato ai maschi con il carrello. Il fatto è che per noi è prevista la versione alla guida di un muletto, altrimenti che stereotipo sarebbe?