Il titolo della canzone vincitrice del contest indetto dall’Ordine dei Negazionisti è stato annunciato dal presidente dell’associazione stessa, carica ovviamente non riconosciuta dagli iscritti che, peraltro, sostengono di non essere nemmeno a conoscenza dell’esistenza di un ente a loro preposto e, nel caso, sono certi che nessuno vi abbia aderito. Anzi, non ne sono nemmeno sicuri. A malapena riconoscono il padre fondatore del movimento, quel Signor No che faceva il bello e cattivo tempo nei programmi di quiz alla tv degli anni 70, per non parlare delle ricorrenti citazioni dei testi sacri a partire da “I no che aiutano a crescere”, del soliloquio nella prima scena del terzo atto dell’Amleto, di cui – manco a dirlo – si limitano a ricordare solo la seconda parte della frase e, tra il detto e il non detto, l’uso strumentale dell’unica parola che pronuncia Marcel Marceau ne “L’ultima follia di Mel Brooks”. Comunque decretare il brano più adatto a costituire l’inno degli opinionisti più cool del momento non è stato difficile, considerando che pochi titoli, come questo, trasmettono l’idea che no, no e poi no. Non c’è proprio storia.