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Ho fatto un giro su uno di quei banchi a rotelle di cui si sente parlare dalla primavera scorsa. Non sono niente male. Quelli alti come me devono stare attenti alla seduta perché, se ti spingi a fondo infossando i fianchi nell’incrocio con lo schienale, il materiale che è elastico ti fa l’effetto di una sedia a dondolo, ma probabilmente sono stati pensati per bambini e ragazzi che pesano meno di me. Il tavolinetto è ridotto ma un quaderno, un libro o anche un portatile ci stanno comodamente – non tutti insieme, eh. Sotto la sedia c’è un ripiano mobile per poggiare quello che non ti serve. Il bello è che, con i piedi, i banchi sembrano le auto dei Flintstones e tutte quelle battute che sono state fatte appena si è parlato del loro impiego in classe sono vere, a partire dagli autoscontri, dai trenini disco samba durante le lezioni di musica eccetera. Li abbiamo usati qualche giorno fa nel corso di un meeting di staff d’istituto. Ci siamo messi in cerchio nell’aula dove facevamo i collegi docenti in presenza – ma nello staff siamo una decina. Una collega ha ordinato qualche pizza d’asporto (era l’ora di pranzo) e abbiamo fatto il punto. Il punto è che è tutto un gran casino.

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