Noi esseri umani nel migliore dei casi non sappiamo proprio renderci interessanti al prossimo, nel peggiore non lo siamo proprio. Una lacuna che ci portiamo anche nella nostra sfera professionale, compreso quando di lavoro facciamo gli insegnanti. Quante possibilità di appassionare i nostri studenti a qualcosa ci sono, se siamo i primi a non essere appassionati del nostro mestiere e della materia che insegniamo. Oppure non riusciamo a trasferirla perché non è nelle nostre corde. Senza contare poi gli psicodrammi derivanti dal fatto che ci pagano poco, operiamo in contesti poco stimolanti su cui nessuno investe per migliorare, o magari siamo diventati docenti perché è stata una seconda scelta o perché era un posto fisso nel pubblico impiego. Lavorare nella scuola non è la stessa cosa di un impiego in banca o salire sui ponteggi o controllare impianti automatici in fabbrica. Così si trovano esseri umani frustrati che esercitano un potere, burocrati consumati che trasferiscono competenze ai propri allievi, e anche gente fuori di testa. Il professore meno adatto di tutti, quello di “The Wall” che potrebbe interpretare il ruolo di ufficiale in “Full Metal Jacket” me lo ricordo benissimo. Spaventare i ragazzi, allontanarli, annoiarli, ammorbarli, e non c’è differenza tra didattica in presenza e a distanza.