In un presente distopico, l’ufficio stampa della multinazionale americana hi-tech AFI, acronimo che sta per Appetite For Integration, ha diffuso l’annuncio che il 31 dicembre prossimo venturo ritirerà dal mercato WaitaminSM, la app che tramite una sofisticata tecnologia di tracciamento emotivo-satellitare rileva quando e dove manifestiamo un’esitazione e inserisce su una specie di Google Maps spazio-temporale uno di quei simbolini fatti a uovo rovesciato che indicano sulle piantine virtuali il punto di partenza e il punto di arrivo. Tutto sommato un ottimo sistema che impedisce alla gente di fare cazzate o, dal punto di vista opposto, di perdere delle occasioni irripetibili. Fred è un utente della versione free di Waitamin. La premium costicchia – sicuramente più di Netflix e più di Spotify – però permette all’utente di visualizzare gli scenari che l’esitazione ha evitato. Si è comunque reso conto delle potenzialità della tecnologia una mattina di novembre quando, correndo al parco tutto solo alle sei del mattino, ci ha pensato due volte prima di imboccare un sentiero piuttosto che un altro in cui, nascosta dietro a un acero, sostava una pattuglia di guardie intenta nelle ordinarie operazioni di controllo. Una pandemia globale ha infatti imposto severe ristrettezze di movimento e rigide norme di comportamento agli abitanti, tanto che l’attività motoria nei pressi della residenza è consentita solo a chi indossa le adeguate precauzioni. Pebbles, la figlia di Fred, frequenta (al momento a distanza) una scuola secondaria superiore ma tutta la famiglia è fortemente delusa dall’esperienza didattica. Fred, che di professione è un insegnante, pensa che tra i docenti la percentuale di persone interessanti sia inadeguata. Di conseguenza, difficilmente uno studente riesce ad appassionarsi alle materie di studio. A Fred capita di ascoltare qualche stralcio di videolezione e soffre di frustrazione al cospetto di toni di voce, lessico, entusiasmo e arte oratoria poco adatti al mestiere del docente. Grazie a Waitamin Fred però conta fino a cento e supera l’impulso scrivere alla preside della scuola per lamentarsi della pochezza dei suoi colleghi, anche proprio per non sembrare uno che pensa di essere chissà chi. Nel frattempo Waitamin cessa di funzionare proprio il giorno in cui Pebbles prende un sei meno in una verifica su Catullo che, svolgendola, le era sembrato aver fatto molto bene. Fred va su tutte le furie e si precipita a scrivere una e-mail di insulti alla professoressa. Pebbles scopre le intenzioni del padre e, con un tempismo che si vede solo nei film, contatta Bambam, un giovane sviluppatore indiano della AFI, pregandolo di riattivare la app prima che succeda il finimondo. Waitamin miracolosamente si riaccende e grazie a una tempestiva notifica Fred prova l’esitazione più importante della sua vita e cestina l’email, salvandosi da una figura di merda e dall’odio e dalla perdita di autorevolezza nei confronti della figlia. Pebbles e Bambam però da quel momento si innamorano e vivranno tutti felici e contenti, ma solo al termine del liceo che continuerà a rivelarsi un’esperienza di merda sino alla quinta.