Sabato ho comprato una confezione di cannucce di carta all’Ipercoop. Costano 0,95 €, ce ne sono in tutto venticinque, sono bianche e piuttosto rigide e resistenti e lunghe una ventina di centimetri. Mi sono sembrate perfette per assolvere la funzione di bacchette magiche in classe. Le bacchette magiche sono una trovata intelligente della mia collega Tiziana per poter usare la LIM con i bambini. Le LIM sono dispositivi touch e in condizioni normali si utilizzano con una penna di plastica che ha una punta di gomma. Il problema è che dobbiamo impedire lo scambio di contatti sulle superfici per prevenire i contagi e stare attenti, così abbiamo deciso di ricorrere a una bacchetta magica individuale che i bambini tengono nell’astuccio e usano solo loro, senza prestarla a nessun altro.
Lo avevo annunciato qualche settimana fa. «Ora vi preparo una bacchetta magica, così anche quest’anno possiamo divertirci con i nostri giochi alla LIM», avevo detto. Non l’avessi mai fatto.
Ogni giorno, appena prendevo posto in piedi davanti a loro per partire con la lezione, c’era qualcuno che alzava la mano per chiedermi quando avrei consegnato le bacchette magiche. Avrei dovuto arrivarci da solo che non solo una promessa va mantenuta, ma parlare di cose di magia alimenta l’immaginazione di una classe di quell’età. Ogni volta che qualcuno mi rivolgeva quella domanda e io mi sentivo in difetto mi veniva voglia di reagire rivelando che cosa succede la notte di Natale nelle loro case. Il fatto è che mi dimenticavo sempre di cercare qualcosa con cui realizzarle. Avevo provato con le cannucce di plastica ma hanno quell’arricciamento per piegarle verso la bocca quando si beve e quindi non andavano bene. Il modello di cartone invece è perfetto.
Stamattina le ho consegnate e ho chiesto ai bambini di personalizzarle pasticciandole con i pennarelli. Non è facile colorare una cannuccia. Per dimostrargli che era fattibile ne ho presa una e, con l’unico pennarello che avevo nel mio astuccio – un evidenziatore verde – ho reso la mia bacchetta magica diversa da tutte le altre. Poi con il Tratto Pen nero ho scritto “Roby” sull’impugnatura. Ho messo un gioco alla LIM per risolvere le addizioni in colonna e ho chiamato tutti, ad uno ad uno, per verificare che la bacchetta fosse effettivamente magica. Nessuno ha sbagliato nemmeno un colpo, e mi sono sentito soddisfatto. La magia funziona davvero, a scuola.