Leggendo epigrafi e contemplando statuette di lari e penati e oggetti votivi di ogni fattezza in vari musei e siti della capitale ho pensato a quanto potesse essere coinvolgente la religione pagana e quanto debba essere stato pervasivo il cristianesimo, al netto dell’editto di Costantino, presso la gente comune per soppiantare un’offerta, una gamma di divinità e un background di tradizioni così profondo presso i nostri antenati. Mi sono così iscritto immediatamente ad alcune pagine Facebook di comunità virtuali che condividono la curiosità per i culti degli antichi romani. Pagine che, però, risultano molto poco animate. Probabilmente i gestori si sono già convertiti a qualcos’altro, staremo a vedere. Io mi aspettavo vivaci confronti come avviene tra i frequentatori di Passione Etrusca, invece, al momento, sembrano tutti in ferie. Nemmeno io, però, cambierò parrocchia e credo che continuerò a professare coerentemente la mia adorazione per il rock. Ho mangiato in una pizzeria a Pompei che, sino a pochi anni fa, era un negozio di dischi. Il gestore, ennesima vittima degli mp3 e della dematerializzazione, ha trasformato il suo modello di business e ora sforna ottime specialità del posto. D’altronde la pizza e i dischi hanno la stessa forma e, a grandi linee, lo stesso diametro. Quello dei 33 giri per le pizze da ristorante, quello dei 45 giri per le pizze a portafoglio o da passeggio. Mentre uscivo dal locale ho notato alcuni clienti del servizio d’asporto allontanarsi con scatole per la pizza tonde e molto particolari che potrebbero funzionare per le spedizioni di vinile a distanza. Al contrario, perché non usare i cartoni della pizza tradizionali per confezionare ellepì? Se così fosse, dovremmo dare ragione a Fatboy Slim.