ottimi maestri S01E01

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In un presente che vira tra il distopico e l’ucronico a seconda dell’umore dell’autore, Cesira è una bimba che ha appena terminato la scuola primaria e si appresta al grande salto nella secondaria di primo grado. In pieno regime del Partito dei Maestri, lo slogan “la scuola prima di tutto”, con cui è stato imposto il loro potere autoritario, è stato applicato alla lettera sino a cambiare radicalmente il sistema di istruzione in Italia, rivoltandolo come un calzino.

La scuola media dura sempre tre anni ma costituisce un ciclo che è completamente differente dal sistema che lo ha preceduto. Sono tre anni molto pratici e si sta pochissimo seduti sui banchi a rotelle, quelli acquistati a seguito dell’emergenza Covid-19. Cesira si appresta a seguire materie come educazione e igiene alimentare, in cui si sta in laboratorio (quello che i ragazzi chiamano cucina) a imparare quali sono i cibi di stagione, come si preparano le ricette, cosa è meglio mangiare e cosa no e tutti gli abbinamenti per crescere sani. Come si scelgono i prodotti al supermercato e che cosa è importante cercare sull’etichetta.

Poi c’è un’altra materia che ai pre-adolescenti piace molto. Una sorta di economia domestica in cui si imparano tutti i lati pratici della gestione delle proprie risorse. Come si pagano le tasse, come si fanno gli investimenti, simulazione di mutui e lettura dei contratti delle utility, quindi tutto quello che serve per vivere in autonomia. Ma anche i cicli della lavatrice e come tinteggiare le pareti quando si è stufi dello stesso colore. Fare i buchi nel muro con il trapano e mettere i tasselli. Poi si va persino in officina a studiare il codice della strada, imparare a guidare auto e moto e a sporcarsi le mani sul motore. Magari non tutti diventeranno meccanici, però saranno in grado di occuparsi delle operazioni basilari per la cura dei propri mezzi.

Nella scuola di Cesira poi si fa tantissima geografia, sia fisica che politica che umana. Tutti imparano a orientarsi nel mondo tanto quanto nel posto in cui vivono. Per non parlare dei piccoli trucchi per cavarsela nelle situazioni difficili che sicuramente non capiteranno mai, ma nel caso, perché nel frattempo non imparare a dormire all’aperto, accendere il fuoco come i primitivi, riconoscere gli animali, le piante, le stelle e tutto il resto?

Ci sono anche tante ore di sport. Si impara a nuotare, quello è obbligatorio, e una specie di percorso di orientamento fa capire a Cesira e ai suoi compagni lo sport più divertente, quello per cui sono più portati e che possa essere praticato anche con passione.

Le arti, poi, sono al centro delle esperienze dei ragazzi. La musica, innanzitutto, libera dal flauto dolce e dalla musica classica più pallosa, oggi si vive come va vissuta nella contemporaneità e con gli strumenti più appaganti, quelli che ti fanno venire voglia di continuare a suonarli. Sale prove, auditorium per concerti, ballo, danza e ascolti collettivi. E poi pittura, scultura, fotografia, video. Il tutto, naturalmente, si poggia su materie più tradizionali – italiano, lingue straniere, matematica, storia, scienze – utili a fornire una componente teorica e disciplinare al resto delle esperienze vissute.

La prima stagione si chiude senza esami e senza voti, tanto ci sarà già il futuro a premiare i migliori. Se volete, ecco piuttosto un spoiler della seconda: Cesira ha deciso di iscriversi al liceo delle scienze umanistiche, linguistiche e letterarie, una specie di liceo Classico dove però, al posto di greco, latino, matematica, fisica, scienze e chimica si studiano le letterature contemporanee italiana e straniere, si fa scrittura creativa, si impara a usare tutte le dita per scrivere sul pc e a formattare un foglio Word, si studiano le tecniche di comunicazione online e televisive, si fa pratica di giornalismo, sceneggiatura, saggistica, si imparano le lingue, si fa storia del novecento e tantissima attualità. Speriamo che la seconda stagione esca presto e che ce ne sia una terza: siamo tutti curiosi di sapere cosa farà poi Cesira da grande.

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