Ci nutriamo anche grazie a pietanze cucinate con ingredienti che siamo sicuri che non ci avvelenino, altrimenti entreremmo in conflitto con il nostro istinto di conservazione. Non ci pensate mai? Metti due mazzetti di basilico con i pinoli, il pecorino, l’olio e il sale grosso nel miscelatore e una reazione chimica inesistente in natura, ma attivata da un infinitesimale scarto spazio-temporale, e un composto impazzito e montato al contrario genera un qualcosa che, ingerito e digerito, risulta fatale. Questo perché, sostanzialmente, nel pesto ci va l’aglio che, in certi individui, ha altrettanta potenzialità nociva ma dicono che si tratti di un problema di metabolismo.
Io che ho sempre inseguito il sogno del pesto più digeribile e più incline alla socializzazione mi trovo in una fase della vita in cui non lesino sull’aglio. Tanto sto sempre a casa, vuoi il coronavirus e vuoi che ho superato i cinquanta, quindi chi se ne importa. Devo ammettere che tutto questo tempo a disposizione trascorso in tele-lavoro e tele-relazioni necessita di una organizzazione capillare. Gli studiosi sostengono che il rischio è di cadere in depressione e di ridurre la propria portata di attrazione nei confronti del partner. L’esperienza di Cinzia P., sotto questo punto di vista, è esemplare, anche se devo ammettere che nutro soggezione verso di lei sin da quando mi accoglieva alla reception della sede di un cliente che visitavo spesso per lavoro anni fa, un edificio nuovo di zecca e tutto in vetro. Il paradosso è che, già dopo pochi mesi dall’inaugurazione, la propensione allo smart-working aveva abbattuto drasticamente le presenze in quell’ufficio.
Forse era questo che spingeva Cinzia a intrattenersi in conversazioni con i visitatori come me mentre preparava e stampava il badge temporaneo per i non dipendenti. Il collega che mi accompagnava in quelle trasferte l’aveva addirittura sognata con i suoi capelli rossi tutta presa a distanziargli gli alluci doppi da ciascun piede. L’aveva persino immaginata in situazioni più intime ma il fatto di esercitare il ruolo di consentire o meno l’accesso verso la nostra principale fonte di sostentamento ne aveva accentuato – sono parole sue – il carattere autoritario e, di conseguenza, fortemente inibitori durante momenti così particolari.
Chissà che ne sarà delle comparse che il caso ci fa intravedere nella nostra vita e se sogni come questo di Cinzia e degli alluci sono la conseguenza di un piatto che Giallo Zafferano consiglia per chi è alle prime armi dietro i fornelli ma che poi la presunzione dei principianti, unita a una soggettiva interpretazione della ricetta, risulta complesso da smaltire durante le ore notturne, soprattutto in condizioni atmosferiche poco amichevoli.