In un 2020 distopico e, a causa di un refuso immediatamente corretto, anche dispotico, l’Ikea ha immesso in commercio una versione dell’Expedit dedicata agli appassionati di musica per conservare nell’aldilà, una volta defunti, il loro corposo archivio di dischi in vinile. Sono molti i collezionisti che hanno ottenuto il benefit di poter disporre del loro tesoro anche nella cosiddetta vita eterna e la multinazionale svedese ha fiutato subito l’opportunità. Come tutti i prodotti disponibili nelle showroom di tutto il mondo, anche l’Expedit per i morti – costruito con un materiale segreto proprio come la Coca Cola – è completamente modulare e scalabile a seconda della superficie a disposizione. In un comunicato stampa è l’amministratore delegato stesso a rivelare al mercato l’intuizione, sviluppata grazie anche allo spunto di un comitato di vedove oberate dall’ingombrante lascito dei loro mariti trapassati. Bob, un giovane musicista ligure, possessore di oltre mille trentatré giri di gruppi post-punk stipati in una di queste innovative librerie già pronte per quando sarà deceduto, va in cerca di funghi e si smarrisce nei boschi dell’Appennino. Nel tentativo di ritrovare la via di casa si addentra in una grotta che lo conduce verso una misteriosa porta che si scopre essere un vero e proprio varco temporale. Bob avvisa all’istante i membri della sua band, provetti strumentisti dalla tecnica sopraffina in grado di riprodurre alla perfezione le sonorità di Cure e Killing Joke ma con il valore aggiunto della loro condizione anagrafica di adolescenti. Insieme si lanciano nel cunicolo a cui la porta dà accesso nella ricerca dell’uscita per il 1980 ma, lì sotto, non c’è campo per Wikipedia tantomeno per Google TimeMachine e, così, sbucano a Salisburgo nella seconda metà del 1700, dove rischiano la vita per il loro aspetto eccentrico fino a quando un giovane Mozart accorre in aiuto convincendo le autorità a salvarli in cambio di una loro esibizione al festival dei clavicembalisti acrobatici.