Se avessi una figlia piccola la situazione sarebbe ancora più drammatica perché il rischio è quello di parcheggiare i bambini davanti alla tv o al computer per ore ed ore. Non sempre i genitori hanno le risorse fisiche e mentali per inventarsi continuamente qualcosa di nuovo e il momento storico non induce alla sufficiente serenità per gestire lucidamente una famiglia. La vera ricchezza oggi sono i metri quadri all’aperto. La mia alunna Alissa si è collegata alla consueta videoconferenza di saluti domenicali con alle spalle un immenso giardino e ci ha mostrato persino i suoi cani. Altri invece lasciano intravedere spazi angusti e arredamenti ordinari. Casa mia si apre su un balcone piuttosto ampio, meglio che niente, ma anche se le giornate si sono riscaldate non mi è ancora venuta voglia di trasferire la scrivania fuori per lavorare all’aria aperta. Le vie di mezzo non mi piacciono, e a un surrogato di libertà preferisco una detenzione consapevole, come se dovessi approfittare dei sensi di colpa di chi ha causato tutto questo. Ho trascorso le ultime giornate a configurare decine di tablet per gli studenti meno abbienti della scuola in cui insegno, un incarico che mi ha alienato e mi ha abbattuto il morale, come è normale per le attività routinarie composte da cicli medio-lunghi. Sembra che alla scuola finiscano gli scarti di magazzino di ogni settore industriale. L’aggravante è che ha perso la vita un collega di mia moglie, appena andato in pensione. Meglio non pensarci. Continuo a svegliarmi appena fa chiaro e, dopo cena, ci vuole davvero poco per farmi addormentare sul divano. Basta una ripresa di città vuota con il drone o il commento di un speaker baritonale e accomodante. alla tv. La mia famiglia si burla dei miei goffi tentativi di minimizzare la testa che cade sul petto all’indietro e il mio far finta di nulla. L’unico contatto con la natura resta la mia gatta rimasta priva del fratello deceduto la scorsa estate. Trascorre le giornate in braccio a me e non le sembra vero di aver a disposizione qualcuno su cui gioire senza soluzione di continuità nel modo caratteristico della sua specie, quella vibrazione del corpo che noi umani invidiamo tantissimo.