Il dibattito sul registro elettronico è costantemente all’ordine del giorno, tra gli insegnanti, e non è certo un problema dell’impiego dello strumento in sé e dei suoi vantaggi. Il fatto è che il registro elettronico che la maggior parte delle scuole ha a disposizione non è per nulla user-friendly ed è sviluppato con una logica che, ai tempi delle piattaforme online, risulta più che superata. Se volete provare l’ebbrezza di rivivere gli anni novanta, per esempio, andate in segreteria e fatevi un giro sul back-end di Axios, e quando vi accorgete che non c’è Windows 3.1 installato sulla macchina su cui state provando l’esperienza di flash-back vuol dire che il gettone, come in tutte le giostre, aveva un tempo limitato. Se avete avuto modo di smanettare con una qualunque piattaforma di Business Intelligence aziendale, il paragone con il front-end del registro elettronico risulta ancora più impietoso: architettura e organizzazione del sito, interfaccia grafica, usabilità e reportistica mettono a dura prova le già limitate competenze digitali del personale della scuola. Vi invito però a riflettere su un aspetto: se siamo tutti così bravi a usare le app social è perché risultano intuitive. Instagram, per fare un esempio, non è pensata per i professionisti del fotoritocco. Allo stesso modo, uno strumento sviluppato per gestire l’attività didattica e organizzativa per gli insegnanti dovrebbe essere adatto anche a chi non ha competenze tecniche. Pensate, per esempio, a Google Suite che è realmente alla portata di tutti sia lato utilizzo che lato gestione. Senza pensare che, con pochi accorgimenti, molte delle informazioni che ogni docente deve registrare quotidianamente sul registro potrebbero essere automatizzate con l’Internet of Things, ma anche un badge da timbrare all’ingresso e all’uscita per tutti, docenti e alunni, sarebbe già un passo avanti. Ed è un peccato che le scuole non abbiano il becco di un quattrino, perché si tratta effettivamente di un mercato vastissimo per chi sviluppa soluzioni per la Digital Transformation e in grado di accendere la competizione tra chi è capace di fare le cose meglio, evitando così di costringere le scuole a doversi accontentare di quello che c’è.