In un futuro distopico ma che, da un certo punto in poi, diventa ucronico, George Waters, aspirante musicista alternativo, è vittima di un sequestro di persona a opera di un commando della milizia filo-governativa nella meravigliosa cornice di una tirannide mediorientale. Il nucleo di guardie armate, attirato dalla Duetto decapottabile spinta a una velocità poco rispettosa dei canoni imposti dalla dittatura religiosa – e a bordo della quale George si era già reso protagonista di uno spettacolare incidente automobilistico qualche anno prima in Europa – imprigiona il musicista inglese nelle terribili carceri della capitale. Allo scopo di estorcere a George i segreti di un elevato stile di vita condotto senza un lavoro vero, l’ex adolescente ora cinquantenne viene sottoposto a terribili supplizi tra i quali la condanna all’ascolto di musica composta da lui in gioventù senza soluzione di continuità, pena ideata su un modello già sperimentato a scapito di un archi-star costretto ad abitare in edifici di edilizia popolare di sua progettazione.
La notizia fa il giro del mondo e l’episodio viene immediatamente ricondotto a una celebre sceneggiatura dello scrittore John May. L’autore aveva infatti già previsto tutto nel 2069, ideando una saga ambientata in un futuro ucronico – che però da un certo punto in poi diventa distopico – in cui le cose inanimate (gli oggetti che utilizziamo tutti i giorni, per farci capire) guidati da un phon di marca Cialtronic destinato alla discarica prendono vita e organizzano una efferata resistenza al potere consumistico del genere umano. Ma solo Alex, nerd settantacinquenne dipendente dall’alcol, individua tra le colonne sonore scartate per la versione cinematografica dell’opera di May una musica di George Waters, il brano che era risultato senza dubbio il peggiore alla commissione selezionatrice, e il meno adatto in assoluto. Il comandante delle milizie, impietosito dalle condizioni di salute del musicista, decide in autonomia di dargli il colpo di grazia con la riproduzione, a tutto volume, dell’incresciosa soundtrack mai utilizzata.