Arriva sempre per tutti quel momento della vita in cui la propria moglie vuole un cane. Sia chiaro: è il 2019 e nella società occidentale una donna non deve giustificare alcuna scelta o desiderio a nessuno, tantomeno al proprio marito. Il fatto è che un cane non è un pesce rosso e il suo ingresso in un appartamento che manifesta già fattori di gestione ampiamente migliorabili può avere un impatto considerevole. Ci sono delle avvisaglie riconducibili a quel programma su Raitre all’ora di cena il cui titolo non ricordo ma che potrebbe essere “Veterinari in prima linea” e di cui in casa ora non ne perdiamo una puntata, per non parlare del fatto che uno dei nostri gatti domestici – quello a cui mia moglie era più affezionata – ci ha lasciati, ancora giovane, quest’estate, lasciando un vuoto che non è ancora stato riassorbito. Ma i segnali più evidenti non finiscono qui, a partire dai profili Instagram seguiti con maggiore continuità su cui primeggia quello di Luciana Littizzetto che è un continuo bombardamento di animali da compagnia buffi, teneri e ripresi in circostanze in grado di sciogliere i sentimenti persino di un muro oppure quei continui clic sulle colonne delle homepage dei quotidiani che pullulano di articoli del calibro di “Inseparabili: il cucciolo di giraffa abbandonato e il cane-tata” o “Le coccole tra il ghepardo e il cane: un’amicizia inattesa allo zoo di Cincinnati”. Ogni tanto mi arriva una foto condivisa da qualcun altro con lei che ha per soggetto questo o quell’esemplare di taglia variabile, pelo raso o folto, di razza o avanzo di canile, appena nato o vecchio, in primo piano con dettaglio sullo sguardo o ripreso a figura intera. E ogni volta penso porco cane, io lo so che con il tenore di vita che hai dato che lavori venti ore al giorno compresi sabato e domenica poi il cane so già chi dovrà portarlo fuori alle sei del mattino o alle undici di sera, con il freddo e il gelo e la pioggia. E se l’estate prossima andiamo davvero a New York come ci organizziamo? E se non va d’accordo con il gatto? E se già hai sofferto come un cane per il gatto che si è ammalato e ha fatto duemila euro di chemio e poi è morto come potremmo sopravvivere a un cane che soffre come un cane? E che ne sarà del divano che è sopravvissuto alle unghie di due gatti e il letto nuovo? E, soprattutto, vuoi diventare anche tu un proprietario di cane come quei proprietari di cani che scrivono cose sui cani su Facebook?
cielo che incubo. coraggio.