ridimensionamento

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A chi ha lunga esperienza nel lavoro con le macchine il fattore umano è quello che spaventa di più. Avere dispositivi da ammansire, impianti da coccolare o anche semplici pc da spegnere e riaccendere quando si litiga, in modo che non si ricordino il motivo del disaccordo disperso insieme al resto della memoria volatile al momento del riavvio, fa parte del tran tran quotidiano e non c’è bug o downtime che possa fermare il raggiungimento di un obiettivo. A lungo andare, però, il divario tra queste relazioni e rapporti interpersonali diventa insormontabile e anche il minimo conflitto con il partner, il dirimpettaio, il collega o l’amico si trasforma in fonte di disagio e stress e non c’è help desk che possa intervenire a riguardo. Viceversa, chi opera a contatto con la gente, di ogni età e tipologia, è in grado di rivoltare come un calzino ogni dinamica di confronto con il genere umano ma basta un copia incolla non andato a segno o una finestra di Cortana che si apre per errore a mandarli in crisi. A questa seconda categoria di operatori, della quale sto imparando i rudimenti, consiglio di non sovradimensionare i piccoli problemi di forma che sembrano impossibili da risolvere. Approcciate la tecnologia come fate con quei bambini difficili – che altro che sostegno – e che vi riesce benissimo. Non drammatizzate e state calmi. Alla peggio, chiedete a me.

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