Mi sono reso conto che non ce l’avrei fatta proprio mentre uno di quei pezzi che certe radio propongono come musica classica contemporanea (ma altro non è che new age da tanto al mucchio composta da suoni di archi effettati e prolungati e un accordo di piano ogni tanto, anche messo a cazzo) mi sorprendeva con un sussulto di uno strumento a fiato e, nel buio, illuminato dagli anabbaglianti della mia Opel Astra Station Wagon, si delineava il volto del sosia di Luca Sofri, non so se lo conoscete, è il marito dell’ex presentatrice del Grande Fratello. Ormai la mia presenza alla seconda delle due ore di allenamento settimanale era compromessa. Non sarei mai riuscito ad arrivare in tempo anche se il ritardo sarebbe stato di sette minuti circa. Odio entrare quando le cose sono già cominciate e mi piace giungere agli incontri e agli appuntamenti con almeno un quarto d’ora di anticipo e non solo al cinema. Ma soprattutto, ed è il tema di questo post, non sopporto emotivamente saltare un impegno parte di una serie, una categoria in cui rientra tutto ciò che necessita di una partecipazione con frequenza stabilita, o perché frutto di un obbligo – per esempio il lavoro, la scuola ecc… – o perché previsto da un servizio regolarmente pagato, come un’attività sportiva anche dilettantistica come quella che a cui sono iscritto io. Sto malissimo quando mia figlia non va a scuola perché non si sente bene perché che i ragazzi siano a scuola è sancito da un sistema che non si può interrompere. Mi viene l’ansia e non mi riprendo fino al giorno successivo quando le firmo la giustificazione. Allo stesso modo, se un imprevisto si mette di traverso tra me e gli incontri di Circuit Training – per i quali ho sottoscritto un abbonamento bisettimanale per tutto l’anno – mi sento come se avessi rovinato un equilibrio, inquinato un ecosistema, violato un dogma universale. Le cose non sono al loro posto e, allo stesso tempo, non sto facendo dello sport per cui ho pagato fior di quattrini. Quando succede (molto raramente) mia moglie cerca di rimettermi sui binari del buon senso rassicurandomi del fatto che se ne salto una non succede niente. Eppure sono certo che perdiamo comunque qualcosa. La costanza è l’unico vero motore che fa girare il mondo.