alla fine della terza stagione si capisce che è Alien

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Riesce difficile spegnere il cervello e abbandonarsi all’oblio a stelle e strisce indotto dalla visione di “Stranger Things”. Le americanate – nell’accezione positiva del termine – bisogna prenderle in toto e solo così si piange, si ride, ci si copre gli occhi per la paura, si sogna, si ricorda, si guardano tutti gli episodi uno dietro l’altro, si paga più che volentieri l’abbonamento a Netflix. Se inizi a sezionare lo spettacolo come al cospetto di un film dei fratelli Dardenne qualunque la poesia va in frantumi. Di certo non è facile mettersi al riparo dalle numerose citazioni riconoscibili nella serie tv di maggior successo di tutti i tempi. Giunti alla terza stagione possiamo quindi considerare “Stranger Things” il più sentito omaggio della televisione aumentata come la conosciamo noi del terzo millennio al cinema degli anni ottanta, un tributo piacevole perché latore di uno spettacolo nello spettacolo (a cui aggiungerei ancora un nello spettacolo perché con i riferimenti a matrioska i fratelli Duffer ci hanno dato dentro). Proviamo a mettere insieme tutto quello che abbiamo visto in “Stranger Things” fino ad oggi: ET, Ritorno al futuro, Karate Kid, Blob, Incontri ravvicinati del terzo tipo, i Goonies, Zombi e tanto tanto Alien. Rispetto alla prima stagione spiace un po’ la perdita dei richiami filologici e, soprattutto, l’assenza di canzoni dell’epoca: l’inizio è stato pesantemente anni ottanta, la seconda stagione un po’ meno, nella terza ritornano i fasti del nostro decennio preferito ma è talmente ingombrante la componente splatter che spalline e pettinature cotonate si perdono nella contrapposizione dell’efferatezza con l’edonismo reaganiano. Vi spoilero soltanto un accorgimento: non spegnete prima dei titoli di coda dell’ultima puntata perché vi perdereste i preamboli di “Stranger Things 4” e non disperatevi per il finale perché nella prossima stagione sicuramente si ricomporranno tutte le separazioni che accadono in questa, compresi i protagonisti apparentemente morti. Il cinema, anzi, la televisione ha il potere di fare questo e altro. Potete starne certi.

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