Per sdrammatizzare il dibattito tra i detrattori e i sostenitori del metodo Bortolato, che è un approccio tanto di moda quanto controverso alla didattica che non vi sto a spiegare, ho inviato al gruppo whatsapp delle colleghe con cui stiamo seguendo il corso di formazione ad esso dedicato la gif di Jake Blues che, al cospetto di James Brown che fa la paternale dal suo pulpito gospel, vede la luce e si accende come un led in un set fotografico.
Con questo escamotage da troll da social media mi sono tolto dall’impasse di formulare un giudizio pro o contro. Può essere letto infatti come la conferma scherzosa di una vera e propria conversione oppure come una cialtronata ironica sul fatto che quelli del metodo Bortolato sono un po’ una setta e, di questi tempi in cui di invasati al mondo ce ne sono già sin troppi, è meglio andarci piano con l’integralismo.
Un’analisi che comunque riflette la mia posizione agnostica sul tema, a valle della serie di incontri organizzati dalla mia scuola a cui mi sono iscritto: sono convinto che valga sempre la pena mettere in campo ogni tentativo per fare del bene e migliorarsi, sempre che non sia dannoso, e questo vale per ogni ambito. D’altro canto, la formatrice Erickson che ha tenuto il corso ha messo in luce tutti i difetti dei saperi non condivisi, soprattutto se di mezzo c’è una casa editrice, dei soldi e in generale un approccio marketing alla didattica. Pensate se un sistema pedagogico con le potenzialità del metodo Bortolato fosse sviluppato con un approccio open source per il bene della scuola e della società tout court, anziché essere di dominio di chi – giustamente – ne detiene i diritti. Probabilmente oggi la stragrande maggioranza dei docenti ne avrebbe adottato le modalità, il metodo stesso ne uscirebbe potenziato, arricchito di strumenti e contenuti e destinato a trasformare il modo in cui i nostri ragazzi apprendono. Invece il dibattito rimescola in un minestrone incompiuto esperti che ne smantellano i cardini scientifici, invidiosi della fama raggiunta dal maestro e il popolo dell’Internet che, come potete immaginare, con la sua laurea all’Università della vita o della strada si sente legittimato a scrivere quello che gli pare.
La formatrice, dal mio punto di vista, si sarebbe rivelata più efficace evitando di ripetere come un mantra quanto sia meglio acquistare gli strumenti compensativi originali anziché fabbricarseli artigianalmente. Alla terza volta mi è venuta voglia di chiudermi nel box come fa il mio vicino di casa maschio-alfa, armato di flessibile e saldatore per costruire una “linea del 20” con i tubi innocenti. Chi viene da un settore dominato da sales manager di ogni fattezza come il sottoscritto, sentirsi continuamente sollecitato circa la bontà del prodotto senza la minima messa in discussione di sé e con l’aggiunta di continui richiami al successo dei propri studenti in un tripudio di esuberanza di personalità e di aneddoti personali e pensierini dedicati in bella grafia alla maestra/formatrice raccontati e mostrati sulle slide, alla lunga (ma neanche troppo alla lunga) si rompe i maroni. Che noia, la perfezione. Ho capito che sei brava, ma mi ritengo sufficientemente sgamato da intercettare la smania di visibilità altrui ostentata al fine di scalare in fretta un organigramma e poi, lo sapete, per me potete prendervi completamente sul serio solo se fate il neurochirurgo o il presidente della Repubblica o se siete Richard Ford o Robert Smith.
Comunque è finita che ho acquistato un po’ di materiale da usare l’anno prossimo con la mia nuova prima tramite la formatrice e con la carta del docente. La Erickson, in occasione dei corsi, propone gli stessi sconti di Amazon, quindi potete ponderare con calma l’investimento tanto i prodotti non vanno fuori produzione. Proverò il metodo ma filtrato dal mio buon senso e mescolato ad altri approcci che ritengo efficaci, in linea con la mia visione anti-unicista delle cose. Ecco, al termine del corso ho pensato che quelli del metodo Bortolato sono un po’ i grillisti della didattica. Magari hanno idee buone ma non si dimostrano molto aperti al dialogo.