In un presente distopico e a tratti ucronico il governatore della provincia di Fillmore, in Texas, ha dato il via a una sperimentazione sociale in cui è stato completamente abolito l’agonismo a causa della messa al bando di un adattamento locale della tifoseria della squadra universitaria di basket della celebre sigla di “Giochi senza frontiere” in maggiore, brano che nessun cittadino dotato di orecchio comune riesce a interpretare nella versione customizzata con il terzo grado aumentato di un semitono. Bill Brady, ricercatore della facoltà di biologia della locale università ed ex stella cittadina di football, flirta in laboratorio con la giovane assistente fino a quando cade vittima delle di lei provocazione. Nei concitati approcci preliminari al sesso, scopre che la collega è un replicante privo di apparato riproduttore al posto del quale la casa costruttrice ha dotato il sistema di approvvigionamento di carburante. Nel momento di massima intimità viene però colto in flagrante adulterio dalla migliore amica della moglie, malgrado Bill avesse riconosciuto la persona intenta a spiare la scena da un casuale gioco di riflessi oltre la porta di ingresso a causa del vistoso copricapo della donna, un cappello dai colori riconducibili alla bandiera dell’Etiopia e all’iconografia della musica reggae. Nel frattempo i sostenitori delle compagini sportive della città si ritrovano orfane della loro passione principale. Gli atleti e i praticanti di qualunque disciplina, secondo le nuove direttive, sono esortati ad allenarsi per raggiungere comunque i risultati migliori ma, al momento della gara, il regolamento impone loro di stare immobili per tutto il tempo della competizione, fino al fischio finale o, nel caso dell’atletica leggera, a discrezione dei giudici di gara. Seguendo questa procedura entrambe le squadre che si affrontano nelle partite ottengono la vittoria e punti validi per l’eventuale classifica del campionato locale. Il sistema è stato infatti pensato affinché, a fine stagione, tutti possano classificarsi in vetta e, qualora qualcuno anelasse a primeggiare singolarmente spinto da un’ambizione contraria a questa sorta di sociali-agonismo reale, possa sfogare le proprie mire nel corso della preparazione individuale, allenandosi al gioco solitario contro avversari immaginari.