Chissà che cosa si prova a fare un mestiere per il quale ci si è specializzati con un corso di studi ad hoc, costituisce l’aspirazione di una vita, si tramanda di padre in figlio. Oppure un mestiere in cui si è davvero bravi perché coincide con la propria passione, o anche perché si è davvero portati a fare una determinata cosa, viene naturale, non si ha nessuna difficoltà a farlo o anche solo non ci si deve ingegnare se non addirittura improvvisare ogni giorno. Un mestiere che non necessita di aggiornamenti, per il quale non si deve rincorrere costantemente l’evoluzione della tecnologia o in cui si è al riparo dai capricci dei propri responsabili, dalle invidie dei colleghi, dalla scaltrezza di chi vuole farti scarpe. Un mestiere che non ha bisogno del marketing, della comunicazione, della gestione delle risorse umane. Un mestiere in cui non ci sono deadline, report e assestment. Un mestiere in cui quando vali non devi dimostrarlo e quando non vali non ti viene la smania di fare parte dell’élite per posa. Un mestiere che puoi cambiarlo se sei stufo, riprenderlo dopo un po’, impararne altri quando ne hai voglia. Un mestiere così. Chiedo per un amico.
Io da grande voglio fare il reddito di cittadinanza.