Nella mia idea di inferno ci sono solo due canali televisivi in cui sul primo passano ininterrottamente solo episodi di Grey’s Anatomy e sul secondo c’è una fiction italiana che è una specie di Whiplash de noantri ma, chiaramente, essendo italiana il focus non è certo sul jazz ma sulla musica classica o anzi sull’idea che gli italiani hanno della musica classica perché comunque bisogna adattarsi al target (un po’ come la storia del concerto di capodanno in versione Discoring come tentativo di fare un dispetto agli austro-ungarici e alla loro marcia della conquista a botte di autarchia melodica), con tanto di direttore d’orchestra dispotico ma il punto è che in quanto fiction italiana non si capisce una parola dei dialoghi perché gli attori ça va sans dire non hanno molta dimestichezza con la recitazione, nemmeno quelli che di mestiere fanno i musicisti in gruppi di cabaret in auge e che sul palco sono pure simpatici ma che, chissà perché, si fanno tirare dentro a fare gli attori con risultati discutibili e che, e poi arrivo al punto nel senso di mettere il punto a questo periodo lunghissimo, comunque nell’insieme in questa fiction italiana sono il meno peggio. E sempre in questa fiction italiana è tutto il peggio di tutto dal punto di vista proprio della recitazione. Non si capisce una parola di quello che gli attori dicono e il fatto che non si comprendano i dialoghi poi alla fine è difficile dire se sia un bene o un male e la conferma viene anche quando i protagonisti abbandonano temporaneamente la loro interpretazione di giovani musicisti classici in erba per il ruolo di cantanti pop-rock, aspetto che colloca la fiction in questione persino nella categoria dei musical, con canzoni a partire da “Creep” dei Radiohead, ai cui autori già non gli bastava concedere la possibilità a Vasco Rossi di farne una discutibile cover ma poi ne hanno permesso l’uso in questa specie di musicarello trasmesso in prima serata e realizzato in una specie di lingua straniera perché non ditemi che quello è italiano perché quello è italiano tanto l’idioma di Pingu. Per questo esiste un canale Youtube dedicato a Pingu sottotitolato e, allo stesso modo, ci vorrebbe un canale Youtube dedicato a cose come “La compagnia del cigno” sottotitolate ma io ci metterei anche “L’amica geniale” e comunque, per chiudere, come dice un mio amico di Facebook, non capisco per quale motivo non doppiare le fiction italiane: abbiamo i peggiori attori dell’occidente e i migliori doppiatori del mondo, solo io ci vedo un’opportunità?