Quando hai sotto gli occhi tutti i giorni qualcosa in evoluzione non ti accorgi per nulla dei cambiamenti perché quel qualcosa risulta apparentemente sempre uguale. È quello che si dice dei figli, dei consorti, degli animali domestici, di se stessi allo specchio. Su tutti, i figli sono una specie di acceleratore di particelle dove le particelle sono gli elementi costitutivi della nostra materia che seguono quella legge del tutto arbitraria che è lo scorrere del tempo, arbitraria per via di quel sistema ancora sconosciuto della relatività dello stesso che non ci fa capire bene quanto dura. Acceleratori perché ti proiettano in un tunnel in cui tutto va al doppio, triplo, quadruplo della velocità, un fenomeno che è comune a tutti altrimenti non saremmo qui a scriverlo e a ricordarcelo ogni volta che rimaniamo sorpresi di certe cose. Gli anni, l’altezza, i rapporti, le dinamiche, le relazioni, le conversazioni, il timbro della voce, i peli e le mestruazioni, il rendimento scolastico e l’impegno propedeutico, le cose che si danno e quelle che si ricevono e molto altro. Anche gli aspetti in teoria più stabili alla lunga subiscono delle modifiche. Pensate agli ambienti in cui viviamo: un nuova tinteggiatura, una parete in cartongesso, togli la vasca e metti una doccia da spa, persino i pollici dei televisori e i litri di capacità del freezer si dilatano seguendo le nuove necessità. Nel vortice temporale alla fine ci finisce tutto. Trovatevi un compagno da tenere stretto mentre si precipita, dopotutto fare quattro chiacchiere in questa metaforica sala d’attesa che si muove sempre più rapida lungo una traiettoria a spirale può risultare piacevole.