non ho paura a non dirlo

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Bene o male, purché se ne parli. Si dice così in comunicazione. Non solo. Sono in molti a sostenere che è bene trattare degli argomenti tabù perché è proprio discutendone che si esorcizzano le paure. Ebbene, io non sono d’accordo. Secondo me faremmo meglio a non parlarne ed è per questo che evito di scriverne. Cerco di essere superiore al livello che può assumere un dibattito sull’argomento e mi astengo dal pubblicare qualunque presa di posizione pur avendone una chiara e consolidata e potete immaginare qual è. Secondo me meno ce ne occupiamo e meno la questione si colloca al centro dell’opinione pubblica. Questo non toglie che continuino a proliferare sostenitori, ma meno si dà loro la parola e più rari saranno i casi di emulazione. Il tema sarà un non-tema con un non-problema alla base, dal momento che se si diffonde l’idea della non sussistenza della questione non ci sarà nemmeno l’urgenza di trovare una soluzione. Basta girarsi dall’altra parte, lasciar correre le dicerie, evitare la risonanza, il tam tam mediatico soprattutto ai tempi dell’Internet in cui la diffusione è oltremodo granulare. Anche io li detesto e vorrei porre fine decretandone l’anti-costituzionalità, ma la democrazia (erroneamente) ne contempla l’esistenza e, per questo, c’è ben poco da fare. A me fanno schifo, e non ho paura a non dirlo.

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