Marta dice di attirare gli animali tanto quanto Mauro è attratto da Marta e la prova che il cerchio non è per nulla chiuso l’ho avuta dal cane che gli ha fatto sanguinare la mano con un morso mentre aspettava che la fiorista del cimitero ultimasse la composizione che Mauro avevo già pagato, poi si scoprirà senza ottenere lo scontrino in cambio. Nel tentativo di forzare le possibilità di riuscita dell’impresa con Marta, Mauro ostentava sicurezza accarezzando ogni quadrupede che gli capitava a tiro, ma il chiosco all’ingresso del camposanto era l’unico aperto quella domenica di fine ottobre e anche se la pianta che aveva adocchiato non era destinata a ornare una lapide ma a trasmettere riconoscenza in risposta a un invito a cena, i fiori comunque sono sempre fiori e nessuno distingue dove li hai comprati. L’animale era a spasso con il suo padrone. Uno di quegli esemplari piccoletti con il timbro assordante, mentre il cane invece prometteva meglio. Aveva una faccia di gran lunga più simpatica ma era solo tutta apparenza. Il tempo di sedersi sui talloni come fanno gli orientali quando vogliono riposarsi e di allungare la mano sotto la mandibola come Mauro aveva letto su “Conoscere” per rassicurare il cane su chi avrebbe dominato la dinamica tra i due che quello – il cane – aveva già i canini affondati nel dorso della destra di Mauro proprio mentre Mauro, anziché guardare negli occhi il cane come da procedura, aveva sorriso al padrone all’altro capo del guinzaglio mentre Marta, la più intelligente dei quattro – cane compreso – lo stava giusto mettendo in guardia sui rischi della sua avventatezza. Pur sanguinando copiosamente all’altezza delle nocche, Mauro ha puntato sulla magnanimità nei confronti dell’animale che, detto tra noi, io avrei preso a calci come si meritava. Il padrone ne ha così approfittato per alzare i tacchi ed evitarsi una denuncia, sapete come ci si comporta in questi casi. Marta ha calmato l’animale, palesemente irritato dal fatto che Mauro non avesse rispettato in modo corretto la scala gerarchica tributando la dovuta importanza ai ruoli, facendo leva sulla sua dote che, in quanto dote, o ce l’hai o – è il caso di Mauro – non ce l’hai e quindi gli animali li ami solo quando giacciono cotti nel piatto con la salsa barbecue addosso. La fiorista – resta solo lei – ha scritto infine il totale su uno di quei block notes minuscoli a quadretti che una volta si usavano nelle trattorie, ricordate? In macchina, con la pianta sul sedile posteriore (guidava Marta perché a Mauro doleva ancora la mano, tutta fasciata), hanno entrambi provato a calcolare quanto nero frutta un’attività di quel genere in quella posizione.