Con l’ultima parte del suo intervento alla convention Violetta ha steso il pubblico delle grandi occasioni – più di ottocento partecipanti tra clienti, partner dell’azienda di cui è responsabile delle risorse umane, colleghi e management – con una slide con la foto di mamma e papà. Nostro fratello Vittorio ha capito tutto appena Violetta si è avvicinata al microfono con quella gigantografia proiettata sullo sfondo. Qualche sera prima mamma mi aveva chiamato per raccontarmi che cosa le aveva riferito la sua cara Violetta, passando da lei per restituirle le scarpe estive da trekking. Non ricordava le parole esatte, ma il concetto era che i nostri genitori le avevano fatto trascorrere un’infanzia così serena che nulla, da allora in poi, sarebbe mai stato minimamente paragonabile nella vita. Mamma subito non l’ha presa bene perché pensava che mia sorella sostenesse il contrario, anche se non ce n’era assolutamente motivo. Ma da quando parla esclusivamente spagnolo per lavoro Violetta ha perso molta capacità espressiva in italiano ed è un peccato, perché avreste dovuto sentirla argomentare le sue tesi strampalate ai tempi del liceo. Poi Vittorio prima, e io di rimando, abbiamo fatto capire a mamma che invece si trattava di una cosa così bella da dire a un genitore da far quasi male. Violetta così ha sospeso il suo speech qualche secondo, come si fa quando si vuole attirare maggiormente l’attenzione dell’uditorio. Un’esitazione che, però, le è stata fatale. Vittorio è convinto che tutti si siano accorti del groppo alla gola, dell’impossibilità di chiudere la sua presentazione, del fatto che quella di Violetta è facilmente equivocabile per leggera depressione o, come sostengo io, l’espressione di un tipo di gioia mai vista in natura.