La proposta dei Massive Attack, da un punto di vista stilistico, può essere identificata come una delle più longeve della musica moderna. Il loro trip-hop, per dare un’etichetta, ormai in auge dal secondo album “Protection” uscito nel 1994, si caratterizza per un mix di dub-reggae, rock, psichedelia, new wave ed elettronica pesante. Che, detto così, può sembrare così ampio e onnicomprensivo da significare tutto e niente. Ma se conoscete la band di Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall saprete meglio di me che loro e solo loro, nella storia recente, sono stati in grado di rivoltare la musica come un calzino partendo dall’interno e, apparentemente, senza inventare nulla di nuovo. Il fatto è che dal 1994 in poi il genere dei Massive Attack non è mai passato di moda. Basta guardarsi intorno e vi accorgerete che ogni scenario musicale comprende almeno una band tipo i Massive Attack. Ora i Massive Attack sono sbarcati persino a X-Factor. Se avete seguito la prima fase del programma televisivo, ovvero le prime selezioni da cui fuoriescono i concorrenti che formeranno le varie squadre dopo i bootcamp, avrete notato i sorprendenti Bowland, progetto di tre ragazzi di Teheran di stanza a Firenze che ai Massive Attack attingono a piene mani. Non c’è niente di male, sia chiaro. Peccato che in Italia ci si approcci a questo sound solo nel 2018. Come tutto, del resto. Accontentiamoci.