Con deficit al 2,4%, la trap ai vertici di tutte le classifiche e i vip di Temptation Island che compaiono a 52 pollici in altissima definizione quando accendete la tv, il panorama che ne consegue può fare da cornice a una versione cinematografica contestualizzata in Italia di una delle storie più tristi della narrativa di tutti i tempi. Una delle new entry su Netflix è proprio il film del 2009 tratto dal romanzo apocalittico di Cormac McCarthy che ha protagonista Viggo Mortensen, quell’attore che mi viene sempre da chiamarlo Vivo Mortensen, facile capire il perché. Comunque ve ne sconsiglio la visione se avete perso ogni speranza, se avete fatto a pugni con la contemporaneità, se pensate che “Forever Young” degli Alphaville possa esemplificare la sintesi della vostra generazione cresciuta negli anni ottanta e che forse era meglio se tutto si fosse cristallizzato così, se non c’è niente che si prospetti utile per la crescita della società a cui appartenete per il prossimo secolo e mezzo e così la metafora del vagare trascinando la vostra prole con una rivoltella carica con i colpi contati per farla finita per tutti in caso di pericolo calza, dal momento che è solo martedì e, nel dubbio, è sempre meglio leggere il libro ché con il libro non c’è proprio paragone.