Il bello del mio nuovo lavoro è che ogni giovedì a mezzogiorno circa ritorno a casa. Ma non è sempre così. Il giovedì va infatti a bilanciare i terribili lunedì che, dalla prima mattina, si protraggono sino alle otto di sera, i martedì che hanno un elevatissimo tasso di imprevedibilità e possono nascondere spiacevoli sorprese e i mercoledì che, provato per voi, comprendono due ore di vero inferno propedeutiche a due ore di delirio puro. Invece il giovedì, al momento, si conferma il mio giorno preferito. Arrivo prestissimo al lavoro e, da subito, mi trovo di fronte a interlocutori concilianti. Il clima è piuttosto collaborativo, posso portare a termine la mia attività senza particolari ostacoli e, soprattutto, rientro a casa vergognosamente presto. Mi preparo il pranzo, vado a prendere al capolinea della metro mia figlia che rincasa da scuola, cucino qualcosa anche per lei, mi permetto una pennichella e poi mi metto al pc per coltivare le mie passioni, a partire da questa. Oppure posso dedicarmi all’economia domestica e a sbrigare quelle cose di cui, altrimenti, dovrei occuparmi nel weekend. Di questa stagione, poi, i giorni infrasettimanali quando c’è bel tempo danno un piacere impagabile, soprattutto a osservarli al sicuro da dentro le stanze che abitiamo. Tanto quello che c’è fuori, bello o brutto che sia, è sempre lì, pronto ad accoglierci. Per cui non c’è fretta, posso finire le mie cose in tutta tranquillità. Chissà come saranno i giovedì di inverno, quindi. Chissà se con il freddo, e con meno luce, ci sentiremo ancora così appagati da tutto.