Un motivo per cui mi piace scrivere in Internet è perché la scrittura mi consente di dare informazioni inutili. Posso cioè dare il mio apporto per riempire l’Internet di cose che non servono a nulla e contribuire a rendere l’Internet uno strumento che non aiuta a risolvere i problemi in quanto la percentuale di informazioni inutili è ampiamente superiore rispetto a quella delle utili e, così, l’Internet perde di credibilità. Se sull’Internet si perde tempo perché luogo dispersivo per eccellenza è anche a causa delle sue componenti inutili che erano già tali molto prima che scoprissi questo mio talento per la scrittura di cose inutili. Notizie irrilevanti da leggere in ufficio, social network su cui pascolare a casa anziché uscire, risorse pensate per illudere le persone che il loro utilizzo consente di risolvere nella realtà i problemi ma che, invece, sono simulazioni tanto quanto i videogiochi. Anzi, sono dei videogiochi. La scrittura su Internet permette di scrivere senza dire niente e generare quegli effetti che non si spiegano. Proprio come, nel mondo vero e proprio, il culto di Franco Califano o l’impiego delle pattuglie di volo acrobatico in occasione di certe ricorrenze di rilevanza nazionali. Nella scrittura in Internet il fine coincide con il mezzo, l’idea combacia con la sua pubblicazione, la parola con la sua rasterizzazione. La parola nello stadio più volatile che si riesca a immaginare. Si esaurisce la batteria e si esaurisce il significato. Un processo che è possibile descrivere solo con un manuale zeppo di spiegazioni inutili o, per necessità di sintesi, con un post utile a divulgare informazioni inutili.