[questo articolo è uscito su loudd.it]
I pezzi costruiti su quattro accordi ripetuti all’infinito che non annoiano sono molto pochi. Quelli che, oltre a non annoiare, spaccano di brutto si contano sulle dita di una mano. È il caso di “Leave them all behind” dei Ride e della formula chimica sulla base della quale il capolavoro del shoegaze inglese è stato composto.
“Leave them all behind” è un pezzo unico in tutti i sensi. I Ride sembrano infatti aver preso un blocco di materia grezza musicale sul quale è stato possibile scolpire tutto il brano nel suo insieme. Lo si evince dalla totale assenza di giunture, fughe, incastri o saldature tra componenti diverse, nemmeno quando alla metà precisa del brano, con un senso della simmetria unico, una modulazione verso toni vicinissimi fa intendere un giro di boa per il rush finale, o quando a un minuto dalla conclusione l’esecuzione inizia ad inacidirsi con un vortice sempre più stretto di passaggi armonici che fa girare la testa.
Nonostante le innumerevoli stratificazioni di chitarre acustiche ed elettriche, il cardine del brano è una sequenza di bicordi eseguiti con il sintetizzatore che, attraverso un loop dagli accenti tutti sballati, descrive dall’inizio alla fine l’orbita intorno alla quale, come satelliti, ruotano a loro volta pattern di batteria molto regolari e ricchi di rumorosissimi piatti insieme al basso portante, che ne segue il rotondo incedere. Il ritmo straripa da un giro a quello successivo con passaggi sempre diversi tra di loro, ogni volta. In cima svettano le voci, rigorosamente in coppia ad armonizzarsi a vicenda con note lunghe, un espediente in grado di portare il brano a livelli di psichedelia da record.
Tutto questo sembra andare avanti da sé dopo un moto iniziale, una sorta di causa prima del divenire che ha dato origine al tutto, grazie alla quale si può eseguire “Leave them all behind” ad occhi chiusi, o anzi con i capelli sugli occhi senza vedere nulla, o ballarlo scuotendo la testa in una coreografia rotante volta al raggiungimento di un’estasi mistica. Potete mettere “Going blank again”, di cui “Leave them all behind” è la prima traccia del lato A, e poi per più di otto minuti di autonomia andare in trance e non pensarci più, non pensare più a nulla. Muovetevi a tempo e basta ma, appena la canzone volge al termine, siate pronti a spegnere tutto prima che inizi “Twisterella”, il brano successivo. Dal sogno alla realtà, il contrasto può risultare letale.